Brucia il Tirreno: prevenzione zero ieri, dissesto idrogeologico domani

Incendi: problema annoso affrontato (e mai risolto) solo d’estate
Spingola convoca i sindaci: produrranno qualcosa di concreto?


editoriale
DI ANDREA POLIZZO

TORTORA – Prevenzione e dissesto idrogeologico: mancata la prima, atteso il secondo.

Sono i due pensieri che maggiormente mi tormentano in queste ore, dopo il rogo di San Lorenzo che, anche oggi mentre scrivo, continua a divorare il patrimonio verde del Tirreno cosentino.

Quello degli incendi è un problema annoso. Uno di quelli che, come altri del territorio, sveglia le istituzioni sempre e solo in piena estate per poi lasciarle riaddormentare ai primi di settembre.

Non ultimo, Il presidente del Consiglio della Comunità montana, Felice Spingola, sindaco di Verbicaro, ha convocato un incontro urgente con tutti i sindaci dei comuni appartenenti all’ente estendendo poi l’invito un po’ a tutti: da Scopelliti a Trematerra fino ai vertici di protezione civile e Parco nazionale del Pollino.

“Grave allarme causa ripetersi diffusi incendi sul territorio del Tirreno cosentino” è l’oggetto della missiva del buon Spingola che suona anche come il titolo di un film sempre in replica per il riempimento dei palinsesti estivi.

Insomma, le istituzioni dovrebbero dare un segnale di interventismo su questo problema: stanziamenti o richieste di fondi per infrastrutturare i nostri boschi e foreste di serbatoi d’emergenza per l’acqua, di postazioni di vedetta per un azione continua, anche invernale dunque, di monitoraggio. Magari coinvolgendo il mondo del volontariato ambientale.

Allora, primi cittadini, enti sovracomunali, associazioni escano dalla riunione di Aieta del 18 agosto con qualcosa di concreto in mano e non con semplici dichiarazioni di intenti pronte a cadere nel vuoto o nel dimenticatoio e richieste di risarcimento danno (pure giuste) per le attività economiche colpite.

Anche perché, chi rimborserà l’ossigeno che verrà a mancare a tutti noi cittadini? Senza contare quel che abbiamo respirato in questi giorni dal momento che sotto l’ombra dei pini in fiamme e acquattati sotto la macchia mediterranea sonnecchiavano tonnellate di rifiuti che incivili cittadini hanno voluto smaltire con questa pratica davvero singolare: una pratica che equivale a defecare davanti alla porta della propria abitazione.

E poi, i roghi estivi sono i patrigni delle frane invernali. Non ne sono l’unica causa, ma abbiamo già visto (anche qui!) come la montagna, privata del freno delle radici, viene giù con gli acquazzoni e finisce per ostruire e anche distruggere le nostre già malandate strade.

Infine, come continueremo a spacciare i colori della nostra costa se non ci diamo da fare a conservare sulla tavolozza dell’offerta turistica il blu del mare e, appunto, il verde delle montagne?

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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