Istantanee dalla desolazione del post-incendio di San Lorenzo
Un fotoprogetto per chiedere interventi seri e non chiacchiere
DI ANDREA POLIZZO e ANTONELLO GAZZANEO
In alcuni punti gli alberi sono letteralmente scomparsi dopo essere caduti, lasciando a terra una sorta di radiografia. Qua e la, spuntano dalla ex-macchia mediterranea elettrodomestici, prodotti chimici, eternit.
Questo è il nostro viaggio nella desolazione che ha lasciato l’incendio della notte di San Lorenzo. La notte in cui il Tirreno cosentino ha bruciato. Di li a poco si sarebbero riuniti i sindaci del territorio per dirsi che serve conferire più risorse economiche e mezzi al Corpo Forestale.
Meno chiacchiere più fatti. E da subito, visto che a breve, dopo il fuoco, dovremo fronteggiare la terra che, senza il freno delle piante, verrà giù.
È stata la mano dell’uomo. Una mano che nessuno si convince a punire. Nessuno riesce a fare un nome. Noi, sul campo, parlando con la gente, andando in giro per foto, la nostra idea ce la siamo fatta. Cerchiamo verifiche alle cose che le persone ci hanno raccontato. Magari un girono potremo raccontarvela. Per ora non puntiamo indici.
Ma una riflessione vogliamo farla con tutti voi. Se, come ci dicono fondi attendibili, il 95 percento dei roghi è doloso, le nostre carceri dovrebbero essere piene di piromani. A noi non sembra che le cose stiano così.
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