Ospedale di Praia a Mare, Francesca Lagatta a cuore aperto

Loscrivitù della presidente dell’associazione Sos Praia
L’ospedale chiude e la politica resta a guardare inerme


PRAIA A MARE – Sono amareggiata: l’ospedale chiude ormai tra meno di un mese e le probabilità di salvarlo diventano ogni giorno più flebili.

Anche se ciò che mi preoccupa di più è quel che la chiusura dell’ospedale ha messo in risalto. So per certo che questa lotta estenuante poteva essere condotta diversamente. Avevamo bisogno di un punto di riferimento che ci guidasse, che ci unisse, ma non c’è stato. Nessuno, insomma, con cui identificarsi.

L’Alto Tirreno cosentino sembra essere la terra di nessuno. Nessuno bada a noi. Non un politico a cui chiedere aiuto, non un giornale o una tv che sia interessata a raccogliere le nostre urla di disappunto. Fanno di noi quello che vogliono, e noi glielo lasciamo fare.

I nostri sindaci hanno dato prova di essere stati i peggiori in questa lotta. Nella riunione di venti giorni fa tenutasi nella sala consiliare del Comune di Praia a Mare, avevamo dato loro massimo cinque giorni di tempo per riunirsi e decidere sul da farsi, magari un’azione forte che avrebbe potuto smuovere le acque. Macché!

Di giorni ne sono passati venti e della riunione non se ne parla neanche più. Ognuno si fa i fatti suoi, seduto su quelle comode poltrone di pelle riservate alle più alte cariche comunali. Nessuno vuole mollare la fascia, nessuno fa un gesto eclatante anche solo per far parlare di questo ospedale. Molto più semplice far scorrere il tempo e dare tutta la colpa a Scopelliti, che finora ha agito indisturbato.

E vorrei dire anche ai tesserati del Pdl, numerosi sull’Alto Tirreno cosentino, che avrebbero dovuto essere i primi a dare l’esempio e riconsegnare “All’uomo del cambiamento calabrese” tutte le tessere cariche di promesse, infrante una dopo l’altra. Io chiedo loro, ma quando malauguratamente saranno i vostri figli, le vostre mogli, i vostri cari ad essere anche loro vittime di una follia bella e buona che in gergo politichese si chiama Piano di rientro, sarete ancora convinti di sostenerlo? O vi basta soltanto che quest’uomo abbia finalmente trovato un nuovo museo dove piazzare i bronzi di Riace? Dove sono finiti gli uomini coraggiosi che cambiavano i destini dei loro popoli e li difendevano fino alla morte?

E il popolo stesso, ha forse troppo poco orgoglio o troppa poca dignità per pretendere di essere trattati da essere umani e non solo “elettori” quando i politici vengono nelle nostre terre fingendosi dei salvatori solo per procacciare dei voti utili a ingrossare i loro conti in banca?

C’è un signore che più di tutti è stato votato nell’Alto Tirreno cosentino alle ultime elezioni regionali e questo signore corrisponde al nome di Pino Gentile. Eppure qualcuno di voi lo ha mai visto spendere una parola per l’ospedale? Qualcuno di voi sa se quest’uomo si sta battendo per far costruire il porto di Scalea nella conca naturale o se per caso si sta battendo per evitare lo scempio che hanno creato attorno allo scoglio della Regina di Acquappesa?

No signori, questa politica non ci appartiene, non ci rappresenta e meno ancora è utile alle nostre vite, anzi le distrugge. Mi auguro che alle prossime elezioni regionali scegliate di non votare, così come farò io per prima. E comunque anche se dovessi rimetterci di reputazione, la lotta per salvare l’ospedale di Praia a Mare non finisce di certo al 31 di marzo.

*presidente associazione Sos Praia

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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