L’alfabeto della vita, E come educare

TORTORA – Carissimi lettori, dopo aver acceso il desiderio di guardare oltre, ora ci tocca tirar fuori il meglio di noi.


Si, perché si guarda in avanti, ma a partire da ciò che siamo.

La parola e-ducere, significa proprio: “Portar fuori”. Nel nostro caso, in quanto uomini, siamo chiamati a far maturare dal di dentro le nostre potenzialità. Certo l’impresa è ardua, perché ormai certi stili pedagogici sono tramontati. Oggi è impensabile che un genitore scelga al posto del proprio figlio (certo le eccezioni ancora regnano, purtroppo) oppure che il figlio senta l’annullamento di sé come dovere, abdicando alle proprie inclinazioni.

Il filo rosso che lega le due affermazioni è sempre uno: oggi si vuole essere autentici costi quel che costi, e l’educazione e l’educarsi, deve avere a cuore quest’unica preoccupazione, aiutare a svilupparsi nel migliore dei modi, favorendo la crescita della propria identità.

È uno stile, questo, che si radica nella certezza che chi mi sta davanti ha già dentro di sé una ricchezza che deve solo venire a galla. Non si tratta quindi di aggiungere dall’esterno qualcosa, ma di far emergere quello che si ha dentro. Il motivo e il cuore pulsante dell’educazione è quindi l’autenticità.

Certo come dice Pedro Almodovar nel film Tutto su mia madre: “Costa molto essere autentici. E in questa cosa non bisogna essere avari. Uno è tanto più autentico quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stesso”.

Essere autentici “significa essere se stessi fino in fondo, rifiutare ogni immagine di sé che non rispecchia il proprio volto, non rinunziare ad assomigliare ai propri sogni. Non è facile. […] Un’ autenticità che decada a mero spontaneismo non può essere una risposta a questa esigenza. E può portare a comportamenti devastanti per quella piena autorealizzazione che è il nome con cui oggi indichiamo la felicità. È illusorio credere che, per essere liberi, sia sufficiente poter fare quello che si vuole, se poi la volontà stessa è manipolata sottilmente dall’esterno”.

Questo stile pedagogico, consente la valutazione della persona, il riconoscimento, come abbiamo già detto in un’altra tappa della rubrica, di se stessi.

L’avventura che desideriamo portare avanti è possibile. Non è utopia la mia, anzi. Ci sono notevoli segni di ripresa nel mondo, abbiamo prodotto la Carta dei diritti umani, il telefono azzurro, e potrei continuare per molto ancora.

Certo, educare, non è questione di scienza, di introspezione ma, come diceva don Bosco, “È questione di cuore”.

Se leggiamo il Vangelo, notiamo che quanto ci siamo detti, affonda le sue radici profonde nello stile pedagogico di Gesù di Nazareth. Forse non ci abbiamo mai riflettuto, ma il Suo stile, come ogni cosa, ha precorso i tempi. Avete mai pensato al fatto che Gesù chiamava i suoi per nome? Certo a Pietro l’ha cambiato, ma per indicare la missione, non per annullare la sua identità. Vi sembra poco questo? Chiamare per nome significa accettare l’altro di più, apprezzarlo per quello che è, per quello che fa. Significa, dire all’altro, io ti amo così come sei. Conosco la tua storia, i tuoi desideri, le tue notti oscure, i tuoi progetti, quelli risolti e quelli in via di realizzazione e mi sta a cuore la tua realizzazione.

La storia della salvezza, l’agire del nostro Dio non è fatto di gesti di culto vuoti ma di compagnia, di alleanza, di relazione profonda, dove il bene dell’altro muove l’agire divino. Quando ci si imbatte sulla scia del Maestro di Nazareth, non si fa semplicemente esperienza di Dio e basta, ma autentica esperienza di sé, lì dove appunto, nell’incontro con Lui, trovo la mia piena e profonda identità.

Questa è esperienza comune. Fatta da credenti e non credenti. Sul piano umano, il Messia, è modello per tutti, nessuno escluso, credenti e non credenti. Riprendiamo coraggio allora, facciamo leva sul nostro cuore e scopriremo tanti tesori nascosti, tanti volti senza nome, tante risorse non utilizzate. Educare si può, educare si deve.

Vostro
Don Fiorino

Fiorino Imperio

Recent Posts

Laino Borgo, ritrovato morto anziano disperso

È stato ritrovato morto in una zona impervia di Laino Borgo l'anziano disperso in zona…

1 giorno ago

San Nicola Arcella, conclusa edizione 2024 Crawford in Riviera dei Cedri

Conclusa nei giorni scorsi a San Nicola Arcella la nuova edizione del festival Folk Horror…

1 giorno ago

Elezioni Santa Maria del Cedro, Farace: “Scegliete il sindaco in libertà”

Con il comizio di Biagio Farace (Insieme per il Futuro) sono entrate nel vivo le…

1 giorno ago

Visitsannicolaarcella.com, on line portale info-turistico

La piattaforma Visitsannicolaarcella.com, opera dell'omonima associazione, si candida a punto di riferimento per i turisti.…

2 giorni ago

Incidente mortale Ss 106 a Rossano oggi: deceduta una donna, ferita la figlia

Una donna ha perso la vita oggi, giovedì 16 maggio 2024, a seguito di un…

2 giorni ago

Sangineto, premio internazionale “Croce Angioina” all’artista Giuseppe Fata

Venerdì 17 maggio 2024 a Sangineto la prima edizione del Premio internazionale "Croce Angioina", conferimento…

2 giorni ago

This website uses cookies.