Sanità, Cesareo denuncia i 'rischi' del San Francesco di Paola

PAOLA – L’ospedale di Paola è a rischio sismico e idrogeologico, non può essere sede dello Spoke, per cui l’intera rete ospedaliera provinciale andrebbe riorganizzata.

È questa in sintesi la denuncia che Vincenzo Cesareo, direttore sospeso dello stesso Spoke Paola -Cetraro ha presentato ad alcune istituzioni locali e nazionali per chiedere un immediata verifica sulla struttura e, eventualmente, i necessari provvedimenti di riorganizzazione.

A ricevere la denuncia, per il tramite dei Nas di Cosenza, la Protezione civile, i ministeri della salute, dell’economia e finanza,  la struttura commissariale della sanità calabrese e l’Asp cosentina, oltre che la prefettura di Cosenza e la Procura di Paola.

L’esposto di Cesareo poggerebbe su un documento del 1999, ovvero il Censimento di vulnerabilità ai terremoti degli edifici pubblici strategici e speciali svolto in alcune regioni, Calabria compresa, da un pool di scienziati coordinati dall’allora capo della protezione civile, Franco Barberi.

Il cosiddetto ‘rapporto Barberi’, tratteggia una situazione critica per la Calabria e per la provincia di Cosenza e il San Francesco di Paola presenterebbe il coefficiente di sismicità più alto sia per collocazione geografica che strutturalmente.

La commissione raccomandava dunque interventi strutturali volti alla mitigazione del rischio di crolli in caso di eventi sismici. Interventi che, secondo il denunciante, non sono mai stai effettuati sull’ospedale di Paola.

“Infine – scrive Cesareo – il San Francesco, come individuato dall’autorità di Bacino calabrese, risulta in zona R4 ovvero in zona ad altissimo rischio idrogeologico”.

In sostanza, in attesa che le autorità interessate dalla denuncia, decidano il da farsi, Cesareo sostiene la tesi che, stando così le cose, l’ospedale di Paola non potrebbe essere una struttura adatta ad ospitare la sede dello Spoke.