L’alfabeto della vita, N come Nuntio vobis: la parola al testimone

TORTORA – Carissimi lettori, pace e bene.

Credo proprio che questa lettera “N” del nostro alfabeto della vita sia provvidenziale per il percorso che stiamo portando avanti.

Come avete ben capito ora la parola passa al testimone e, se è vero che le parole persuadono ma l’esempio trascina, allora lasciamo la parola a Papa Francesco. Risuonano ancora nel nostro cuore le parole del cardinale protodiacono Tauran che dalla loggia di San Pietro ha svelato il tanto atteso nome del neo-pontefice: “Nuntio vobis gaudium magnum…… habemus papam”… Cardinale Bergoglio. Quanta emozione e quanta gioia! Un Papa che da quel fatidico saluto “buona sera a tutti” è subito entrato nei nostri cuori.

Scartabellando un po’ nel suo passato ciò che risalta subito della sua personalità è l’amore e la vicinanza anche fisica al popolo. Si è “confuso” tra i suoi nella tanto amata terra Argentina diventando il segno autentico della Paternità di Dio che non giudica ma salva. Un Papa che, come dicevo all’inizio, parla con i fatti. È inutile elencare i gesti significativi fino ad oggi compiuti. Sono già tanti. Quest’uomo di Dio e del popolo è profetico in ogni cosa che fa. A mio avviso tre verbi possono riassume la personalità del nuovo pontefice: orazione-commozione-azione.

Orazione perchè da subito ha chiesto di pregare per Lui. Questo mostra la certezza del fatto che a guidare la storia dell’umanità e della Chiesa non sarà Lui, ma Dio. Al pontefice, come ad ogni battezzato e ad ogni uomo, spetta un solo compito: collaborare con Dio, sapendo che la storia della salvezza non inizia e non finisce con Lui, ma può solo immettersi in un progetto d’amore che è più grande di se stessi.

Commozione: Il Papa da bravo gesuita è educato alla spiritualità ignaziana, sa bene e vive fino in fondo mettendo al centro non il dovere, non la buona volontà ma il sentimento, l’affetto, come motore che spinge la vita e dà sapore e colore. Papa Francesco nel modo con cui si pone mostra a tutti noi una cosa che forse diamo per scontato ma che scontata non è: la possibilità di amare, il vincere la paura di amare. Ha ripetuto con in cuore in mano queste testuali parole “non abbiate paura della tenerezza”.

Azione: L’invito del Papa alla missione è sempre molto chiaro. Una Chiesa che si chiude nel proprio orticello è destinata ad implodere. La ricchezza della fede va comunicata per essere la fede in Cristo che, appunto, non si è risparmiato ma ha donato tutto se stesso. Solo l’amore conosce il segreto di arricchirsi donando (cfr. C. Brentano). La fedeltà a Dio passa sempre per e a servizio della fedeltà all’uomo.

Questa è la mia impressione che nasce non solo dalla sorprendente figura di Papa Francesco ma anche dalla frequentazione dei padri gesuiti. Ho visto persone di un notevole prestigio sociale e culturale fare cose molto umili e semplici tra i gesuiti. Certo, per noi uomini dell’apparenza questo sconvolge, sembra strano, ma di fatto rientra tutto nella normalità. Il primo a lavare i piedi è stato un certo Gesù di Nazareth, e se l’ha fatto Lui chi siamo noi per non metterci a servizio degli altri?

Andiamo avanti e facciamo sì che l’esempio di vita di Papa Francesco non resti solo una bella cosa da vedere ma un esempio da imitare.

Con affetto vostro

Don Fiorino