Processo Marlane, strategia di scarico

PAOLA – Una udienza fiume per dimostrare alla corte che i vertici del gruppo Marzotto non potevano sapere quello che succedeva nella Marlane data la struttura di comando complessa del colosso del tessile.


Durante l’ascolto di alcuni componenti del Consiglio d’amministrazione Marzotto, è apparsa chiara, questa mattina al tribunale di Paola nel processo Marlane, la strategia adottata dai legali della difesa: dimostrare, ovvero, che al massimo si potrebbe profilare una responsabilità soltanto oggettiva dei vertici, se il processo dovesse mai dimostrare che le morti per tumori tra gli operai e l’inquinamento dell’area industriale di Praia a Mare sono dipesi da scelte o omissioni di scelte nel rispetto o meno degli standard di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Processi decisionali, appunto, in cui la dirigenza locale aveva margini di autonomia nella catena di comando che si snodava dal basso sotto forma di richieste di investimenti.

Come è stato riferito in aula, quelli relativi alla sicurezza non erano in discussione, ma venivano approvati in automatico dai vertici e poi attuati dai livelli intermedi di dirigenza come i direttori di divisione e di stabilimento.

Secondo i testimoni ascoltati oggi, alla direzione centrale spettavano i controlli sulla sicurezza che venivano svolti una due volte l’anno senza mai evidenziare problemi particolari o non risolti. Da laboratorio ad hoc di Valdagno, inoltre, – è stato detto – arrivavano anche le schede di sicurezza sui coloranti a cui gli addetti del reparto dovevano attenersi.

Insomma, il Cda non si è mai occupato nello specifico dello stabilimento praiese con una eccezione: ovvero quando tra il 2003 e il 2004 ha deciso di dismettere la produzione per trasferirla a Brno in Repubblica Ceca per motivi di convenienza economica.

Da segnalare sempre nell’udienza di questa mattina che l’avvocato Lucio conte parte civile comune di Tortora ha richiesto al presidente Introcaso di convocare nuovamente i periti. Secondo il legale – dalla lettura del verbale della riunione del pool dello scorso 16 gennaio – l’indagine ambientale richiesta dal tribunale per stabilire se esiste un nesso tra tumori contratti e il lavoro svolto in fabbrica sarebbe ancora al palo.

Conte chiede inoltre che i periti procedano con urgenza a svolgere accertamenti nell’area Marlane per verificarne l’inquinamento e che ascoltino alcuni testimoni pronti a rivelare con esattezza altri punti nei terreni intorno alla Marlane dove sarebbero stati interrati rifiuti frutto delle lavorazioni.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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