Scalea, Comune sciolto per mafia

SCALEA – Il Consiglio dei Ministri, riunitosi sotto la presidenza di Matteo Renzi, ha approvato il decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del Consiglio comunale di Scalea.

Lo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose rappresenta la conseguenza dell’operazione “Plinius” dei carabinieri che ha rilevato gli intrecci tra politica e ‘ndrangheta a Scalea. In manette, lo scorso 12 luglio, sono finti sindaco, assessori e responsabili di uffici comunali ed esponenti delle ndrine scaleote.

“Ora – ha precisato il commissario prefettizio Massimo Mariani –, non appena il decreto sarà registrato dalla Corte dei conti, si insedierà in municipio una commissione di 3 funzionari statali che guideranno l’ente. La loro permanenza, come previsto dalla legge sugli enti locali, all’articolo 143, è di almeno 18 mesi, prorogabile di altri 6 mesi. Soltanto dopo si potrà tornare ad eleggere organi di rappresentanza popolare”.

Per sindaco, Giunta e Consiglio comunale nuovo, dunque, bisognerà attendere l’autunno del 2015 o, in caso di proroga, la primavera del 2016.

Quanto a colui che ha amministrato Scalea dall’estate scorsa ad oggi, si registra un commiato dalla città basato su un bilancio che Mariani descrive come positivo.

“Ho cercato – ha detto il vicario del Prefetto di Cosenza – di risolvere, per quanto possibile, i problemi più urgenti. Spero di lasciare a chi subentrerà un ente maggiormente assestato”.

A poche ore di distanza dalla diffusione della notizia dello scioglimento arriva la prima reazione: quella di Mauro Campilongo, ex consigliere comunale di minoranza, del gruppo Scalea adesso, e tra i principali accusatori degli amministratori arrestati.

“È una giornata molto triste per Scalea – ha detto – che segna segna il punto più basso della storia di questa città, ma anche il punto da cui ripartire. Era ampiamente previsto e prevedibile anche prima del fatidico 12 luglio. Mesi prima avevo consegnato al sindaco Pasquale Basile una targa simbolica come peggior primo cittadino di sempre di Scalea. Nonostante critiche e derisioni per questo mio gesto, i fatti mi hanno dato ragione. Basile ci ha consegnati a questa triste storia. Ora la ripartenza – ha poi proseguito Campilongo – ma ad una sola condizione: la moralità”