Questa mattina, la guardia di finanza ha segnalato alla magistratura contabile 9 sindaci, 34 assessori, 14 consiglieri e 11 capi area dei comuni del Lagonegrese.
Le indagini, condotte dalla compagnia di Lauria e dalla brigata di Maratea, hanno riguardato atti e documentazione relativi a spese sostenute da dieci comuni dell’area in cui – hanno riferito gli inquirenti – le pratiche post-sisma venivano affidate, mediante convenzioni, a professionisti locali per migliaia e migliaia di euro.
Le pratiche svolte dagli stessi sono risultate pochissime. In un caso limite un professionista ha ricevuto compensi per 5 anni per una somma pari a 25mila euro senza aver mai prodotto un solo documento.
Le indagini sono partite da un episodio avvenuto nel Comune di Lauria. Qui, per gli anni antecedenti il 2009, si è registrata la pronuncia della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Basilicata che aveva ritenuto ingiustificato il compenso corrisposto ad alcuni tecnici esterni per trattazioni riguardanti la ricostruzione, il cui apporto si era limitato a poche pratiche annue.
Un precedente che ha messo in moto la macchina investigativa. Le fiamme gialle hanno quindi acquisito una gran mole di documenti relativi ad altri centri per il periodo 2009-2014.
Delibere o determinazioni di affidamento, elenchi di consulenti, dei compensi e del numero di pratiche ultimate.
L’esercito di ingegneri, architetti e geometri è stato inoltre confrontato con le piante organiche degli uffici tecnici comunali che i professionisti andavano a integrare. È dunque emersa agli occhi dei finanzieri la possibilità di aver individuato un filone di sprechi di pubbliche risorse.
“I Comuni del Lagonegrese e del Pollino – fa sapere la guardia di finanza – hanno fatto costantemente ricorso a tecnici esterni convenzionati, senza curare i criteri di efficacia ed economicità della gestione amministrativa dei rispettivi enti, già dotati di personale preposto”. Avvalendosi della legge regionale 4 del 23 marzo 2006 hanno emanato una serie di delibere di giunta e del consiglio comunale, determinazioni e convenzioni.
A fronte, però, di una scarsa produttività. I finanzieri hanno stimato che, mediamente, ogni professionista ha definito poco più di una pratica all’anno.
Per fortuna – concludono gli inquirenti – nello stesso territorio esistono anche comuni virtuosi che hanno evitato di far ricorso ai finanziamenti regionali per il sisma, curando le relative pratiche utilizzando le risorse disponibili senza gravare ulteriormente sulla spesa pubblica.
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