Da anni ormai abbiamo scoperto che così non è stato. Quello “tangentizio” è rimasto ed è ancora l’impegno più diffuso di certi imprenditori e politici in scandalosa commistione.
Dopo Monte Paschi di Siena, Carige di Genova, Expo di Milano ecco il Mose di Venezia.
Il Nord c’è, non è una novità e questo ha determinato da sempre un assoggettamento politico, culturale, mentale di superiorità nei confronti dell’area debole del Paese Italia, il Meridione.
Il potere economico, prima che politico, ha condizionato pesantemente grandi e piccole forze politiche al proprio interno che di fatto hanno reso innocue ed insignificanti le rappresentanze provenienti dal Sud, piegandole al proprio volere ed interesse.
La storia degli ultimi decenni e non solo ne rappresenta plasticamente la situazione quale il mancato sviluppo che vediamo tutti e che soprattutto soffrono quei 7 giovani su 10 che stando ai dati Istat diffusi in questi giorni, non trovano lavoro.
La rinascita meridionale continua ad essere la classica araba fenice, hanno predicato da anni e con i fatti l’inganno che la superiorità economica è anche superiorità umana ed hanno sempre deciso loro per tutti ma quasi esclusivamente a favore dell’area sempre più forte, il Nord.
Ai nostri rappresentanti zittiti e umiliati, bastava farsi considerare amici dei potenti nella mera illusione di sentirsi superiori a loro volta e non piagnoni, provinciali e terroni, bastava ed è bastato il lauto stipendio ed indennità varie di incaricati quali pubblici rappresentanti di sé stessi, il resto, la massa, il popolo che si arrangi.
In questo bel quadretto italiano, opportunisti e saccheggiatori hanno occupato i posti chiave del potere ed hanno voluto, preteso ed ottenuto di tutto e di più: strutture, infrastrutture, strade, autostrade a quattro a cinque a sei corsie, ponti, viadotti, trafori, grandi progetti, alta velocità ed imponenti opere.
Al Sud le mulattiere, le briciole del quasi essenziale, ma solo per comprare ciò che loro stessi producevano.
Qualcuno in questi giorni ha dichiarato che si sono inventati il cappotto per poter rubare i bottoni.
È vero. C’è da aggiungere che il cappotto lo fanno su di noi da sempre per coprire povertà e afflizione come diceva un nostro noto conterraneo e per mantenerci sottomessi.
Lo dice la storia: terroni sì, profittatori e predatori mai. Ed è la stessa che si ripete.
Ma ancora in molti stanno ad assistere o ad inneggiare al nuovo messia che continua a venire dal Nord.
*Esponente Italia del Meridione
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