Il PM integra la sua arringa accusatoria con le dichiarazioni dell’ultimo pentito della mala cosentina: la polacca Edyta Kopaczynska.
Le pene dimezzate e le assoluzioni scaturite dal rito abbreviato non stanno bene al sostituto procuratore. E quindi le impugna chiedendo l’annullamento della sentenza.
Sono soprattutto le assoluzioni a non soddisfare Eugenio Facciolla.
Il PM parla di una serie di vizi: mancanza di motivazione, di motivazione contraddittoria, di travisamento della prova e di illogicità manifesta.
Fa alcuni esempi specifici come nel caso dell’omicidio Martello: “Ipotesi nella quale il giudice annette fatti palesemente esclusi o contraddetti dai risultati probatori”. Contesta Facciolla “errori manifesti” che cadono su fatti decisivi per l’affermazione della responsabilità penale degli imputati che invece in tal ragione sono stati assolti.
“Si veda ad esempio l’assoluzione di Carlo Lamanna per l’omicidio di Luciano Martello e la condanna del solo compartecipe chiamante in corresponsabilità del primo, Gennaro Bruni, pur in presenza dello stesso quadro indiziario probatorio”.
Non vanno giù molte cose al PM, e tra queste quella che definisce “sorprendente assoluzione” di Mario Scofano per l’omicidio di Salvatore Imbroinise “pur in presenza di tracce biologiche della vittima su indumenti sequestrati allo Scofano nell’immediatezza del delitto ed in presenza di un quadro indiziario composto da intercettazioni, dichiarazioni testimoniali, documentazioni fotografiche”.
Per Facciolla “le prove esistono”. Ed alcune sarebbero inoltre state “non valutate correttamente” e giudica, ad esempio, “immotivata l’assoluzione di Gianluca Serpa per il concorso nell’omicidio di Pietro Serpa pur in presenza di complesso intercettivo che dimostra oltre ogni ragionevole dubbio come questi abbia ‘assolto’ al computo di ‘appostare’ la vittima nel periodo immediatamente antecedente l’omicidio”.
Parla poi del proscioglimento di Francesco Desiderato “nonostante la presenza di intercettazioni gravi e precise”.
“La sentenza per coloro che si va a esaminare – rileva Facciolla – si caratterizza per una motivazione esorbitante laddove per ben 800 pagine su 834 complessive si è ricorsi all’incorporazione attraverso tecnica informatica di intere parti di altri provvedimenti delle indagini preliminari”.
Il pubblico ministero chiude sulle contraddittorietà di motivazione: “Ci sono state formule assolutorie per alcuni imputati per insussistenza di reato e condanne per altri per lo stesso reato ritenuto invece sussistente”.
L’appello del PM Facciolla è per i seguenti imputati già giudicati in rito abbreviato (tra parentesi le condanne): Mario Scofano, 10 anni e 4 mesi; Pasqualino Besaldo 10 anni e 4 mesi; Domenico La Rosa 10 anni e 4 mesi; Vincenzo La Rosa 10 anni; Carlo Lamanna 7 anni e 9 mesi; Giuseppe La Rosa, 6 anni e 8 mesi; Gianluca Serpa, 5 anni; Daniele Lamanna assolto; Luciano Poddighe assolto; Paolo Calabria assolto; Guerino Folino assolto; Salvatore Serpa assolto; Francesco Desiderato, assolto; Mario Severino assolto; Mario Attanasio, assolto.
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