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Scalea, RIFIUTI: il caos con l'estate

SCALEA – Stipendi arretrati, carte non in regola per la ditta ed è di nuovo caos rifiuti a Scalea ad estate ormai iniziata.


Sono ore febbrili quelle che la città vive mentre si attende di conoscere l’esito di un vertice in Comune tra maestranze, rappresentanze sindacali e i commissari che governano nel “post Plinius”. All’incontro non sarà presente Vita Ambiente, la ditta aggiudicataria dell’appalto per la gestione dei rifiuti subentrata a Ecologia Falzarano, anche se le due appartengono allo stesso gruppo imprenditoriale.

Proprio da Falzarano chiariscono che alla Vita Ambiente è stata temporaneamente sospesa l’iscrizione all’albo dei fornitori dei servizi di igiene ambientale e, di conseguenza, il Comune ha dovuto sospendere l’appalto chiedendo una integrazione documentale. Secondo il privato alla base del problema ci sarebbe un disguido burocratico. “Nel recente passaggio di proprietà – hanno dichiarato – il registro delle imprese non ha ricevuto alcune notifiche via posta elettronica certificata. Siamo certi che riusciremo a dimostrare nel giro di una settimana di essere in possesso di tutti i requisiti necessari”.

Per fronteggiare l’emergenza il Comune ha richiesto l’intervento d’urgenza di un’altra ditta. Si tratta della Futura ambiente di Belvedere marittimo, che ha lavorato per tre giorni, fino a ieri, con l’ausilio volontario degli operai di Scalea.

Alcuni di questi hanno dichiarato di aver agito anche con mezzi meccanici propri, affrontando anche le spese del carburante. Il tutto – è stato detto da alcuni operatori ambientali – per consentire lo svolgimento dei riti religiosi del periodo e del mercato comunale.

“Ciò – è stato detto ieri nel corso di un sit-in con la Cgil – nonostante siamo stati collocati in ferie dalla ditta a causa della sospensione e non percepiamo lo stipendio dallo scorso febbraio”.

Sulla questione degli arretrati la Falzarano ha fatto sapere di dover corrispondere ancora due mensilità e i trattamenti di fine rapporto. “Il Comune ci deve 1milione 300mila euro – hanno dichiarato –. Abbiamo un accordo che prevede il pagamento da parte dell’ente di quanto da noi dovuto da scorporare poi dal totale del debito. Un accordo – hanno aggiunto – non rispettato”.

Una situazione, dunque, che a Scalea si ripete. Le parti discutono su chi deve pagare gli stipendi, mentre gli operai vanno avanti senza soldi e per le strade torna ad aleggiare lo spettro dell’emergenza igienica.

Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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