Soldi del Santo, soddisfazione in città per l'arresto di Cedolia

PAOLA – È stata accolta dai fedeli con un misto di soddisfazione e sollievo la notizia dell’arresto di Massimiliano Cedolia, ieri, a Praia a Mare, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta truffa all’ordine dei Minimi del Santuario di San Francesco di Paola.


Di certo l’ammanco di un milione e mezzo di euro non era stato dimenticato. Perché si trattava pur sempre di soldi elargiti ai frati e al Santo dai suoi devoti. E di tanti soldi. Dovevano servire per il completamento del museo di San Francesco.

E poi invece nel giro di due anni si sono come volatilizzati. Un milione e mezzo di euro spariti pian piano nel nulla. Per fortuna il Ministero ha esperito nei mesi scorsi un ulteriore finanziamento che va quindi a coprire quasi interamente l’ammanco milionario nei conti del santuario.

I padri minimi in questi mesi sono rimasti in silenzio. E in preghiera. Di certo il buon nome infangato e per alcuni versi accostato ai truffaldini non è andato giù. L’immagine è stata intaccata e non è stato facile risollevarla.

“In tanti – ci dice un fedele devoto – dovranno fare il mea culpa per quanto affermato”.

Le uniche dichiarazioni su quanto accaduto in questi mesi sono state quelle dell’ex provinciale dei Minimi, padre Rocco Benvenuto. Perché l’ammanco milionario è stato scoperto sotto la sua gestione anche se si riferiva a quella del predecessore Gregorio Colatorti, attuale correttore provinciale al terzo mandato.

Ma se da un lato la moltitudine dei fedeli si è stretta attorno all’ordine in questo momento difficile c’è anche chi è andato controcorrente.

Come l’esponente di Cambia Paola Alessandro Pagliaro che nel merito ha affermato come sia necessario da parte dei Minimi, dare: “Meno spazio ai politici e più attenzione alla gente. Serve più impegno civile”.

Un impegno che in città è costante in altre realtà ecclesiastiche grazie all’esempio di alcuni parroci dinamici e intraprendenti che sono riusciti a realizzare iniziative che vanno davvero concretamente incontro alla povera gente. Del resto questo era il messaggio di San Francesco, improntato sull’umiltà e sulla carità.

LA RICOSTRUZIONE. Massimiliano Cedolia godeva della piena fiducia dell’ex economo del Santuario di Paola, padre Franco Russo che nel 2006 aveva autorizzato il cambiamento d’istituto di credito. Ma il passaggio dalla filiale di Banca Nuova di Campora San Giovanni al conto corrente online di IwBank si è rivelato poi deleterio. Proprio con tale transazione sono avvenute le movimentazioni incriminate.

L’ex economo dei frati minimi si sarebbe accorto dell’ammanco solo nel novembre del 2012, allorquando si apprestava a lasciare il Santuario per raggiungere Roma dove era stato trasferito.

Ma le denuncia parte con ritardo. Ad agosto 2013, quando i frati decidono di parlare. Padre Rocco Benvenuto all’epoca correttore provinciale aveva subito difeso padre Franco Russo: “È una truffa da parte di soggetti che hanno carpito la buona fede dell’economo pro-tempore. La comunità del santuario non ha mai scialacquato o sprecato le offerte dei fedeli. La somma, che lentamente si stava mettendo da parte era destinata al restauro e alla manutenzione dell’imponente complesso conventuale e alla celebrazione degli eventi centenari”.

Aggiungendo che “non risulta che alcun religioso di questa comunità abbia mai fatto operazioni in borsa né tanto meno autorizzato terzi, anche indirettamente, al loro compimento. Nessun religioso ha usato per proprio interesse somme di denaro destinate al santuario”. Una difesa decisa.

Le indagini coordinate dai carabinieri e dalla finanza di Paola hanno ricostruito il flusso degli spostamenti del denaro. In procura a Paola sono state sentite persone informate sui fatti. Non solo Cedolia e i beneficiari delle somme, ma anche i padri Minimi che hanno collaborato con il PM Sonia Gambassi e con il procuratore capo Bruno Giordano.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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