Bcc di Verbicaro, per la Camera di commercio il presidente è Zito

VERBICARO – “Perché la Camera di commercio di Cosenza considera Giuseppe Zito presidente del Consiglio di amministrazione della Bcc Alto Tirreno della Calabria e non Arturo Riccetti nonostante abbia acquisito il verbale del Cda del 4 maggio 2014 nel quale si legge dell’avvenuta elezione di quest’ultimo”?

Il quesito è rivolto al presidente dell’ente pubblico dalla difesa di Arturo Riccetti, impegnato da mesi nella lotta per il controllo dell’istituto di credito con sede a Verbicaro, risultato vincitore nel corso delle elezioni di maggio per il rinnovo degli organi sociali, ma estromesso da una parte dell’attuale Cda.

L’avvocato di Riccetti, Ugo Vetere, deduce la circostanza da una visura camerale ottenuta lo scorso 8 luglio nella quale alla voce “amministratori” risultano effettivamente tutti gli eletti della seduta “dei veleni” dello scorso 4 maggio. Sia i componenti del Cda, che del Collegio sindacale. Tutti, ma non Riccetti. Alla voce presidente, infatti, risulta Giuseppe Zito, sconfitto nelle recenti elezioni. “Nominato – si legge nel documento della Camera di commercio – l’8maggio 2011 e in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013”.

Questo quesito ed altri sono contenuti nell’ennesima diffida redatta dalla difesa di Riccetti e inviata, come le precedenti, agli organi della Bcc, agli istituti di controllo bancario e all’autorità giudiziaria competente. Sulla questione, infatti, la Procura della Repubblica di Paola ha aperto da tempo un fascicolo anche se, ancora ad oggi, non è dato sapere se ci siano degli indagati.

“La nostra richiesta – si legge nella diffida – è fondata sulla circostanza che il verbale del 4 maggio 2014 è l’unico atto depositato nell’anno corrente presso la Camera di Commercio di Cosenza dalla Bcc di Verbicaro. Ma chiediamo anche agli attuali rappresentanti della banca perché non è stato depositato presso l’ente camerale anche il bilancio del 31 dicembre 2013 approvato dalla stessa assemblea del 4 maggio nonostante si doveva provvedere entro 30 giorni”.

La vicenda, dunque, prosegue con l’ennesima denuncia di irregolarità che Arturo Riccetti chiede vengano prese in considerazione dall’autorità giudiziaria competente e da quella di vigilanza al fine di “adottare i dovuti e consequenziali provvedimenti”.