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Paola, ponti sui fiumi: dove sono le autorizzazioni?

PAOLA – Opere e costruzioni accanto ai fiumi e ai tanti torrenti che attraversano il territorio cittadino.


A Paola si è costruito ovunque. Ogni spazio è stato buono per ricavarci una costruzione. Eppure molte di esse necessiterebbero di autorizzazioni. Dalla sovrintendenza, dall’autorità di bacino e dalla provincia, ma in alcuni casi (e non pochi) i progetti nemmeno sono giunti sui tavoli dei due enti.

È il caso del Piano strutturale comunale. Ma è il caso anche di tanti piccoli lavori effettuati sul territorio comunale che secondo i progettisti non sono soggetti a vincoli. E l’Ufficio tecnico che fa? Vigila su queste opere disseminate sul territorio? Controlla e agisce di conseguenza?

È un bel mistero. In alcuni casi addirittura autorizza. Eppure basta poco, una frana anche un semplice smottamento perché possano venire a galla situazioni al limite del paradossale. Non è quindi un caso che i due ponti che lambiscono il San Domenico siano oggetto di una proposta di abbattimento da parte della Provincia di Cosenza.

Poco più sopra c’è il campetto da gioco di cui usufruisce la scuola. E quindi gli alunni della stessa. Secondo il progettista non è soggetto ad alcun vincolo. Corrisponderà al vero?

Non dimentichiamoci della frana che interessa la collinetta su cui sorge l’ospedale San Francesco che nel prossimo inverno tornerà sicuramente a muoversi e non di poco.

Oggi purtroppo bisogna creare alternative ai danni causati da anni ed anni di cementificazione selvaggia.

Nel caso del ponte che conduce alla costruzione dove vivono 14 famiglie è stata realizzata una via di fuga. Una stradina che risale fino al Calvario e che potrebbe essere autorizzata (se a norma di legge) per giungere alle abitazioni e che fungerebbe anche per eventuali soccorsi.

Poi c’è anche il ponte posto a pochi passi dalla zona laghetto da abbattere. Ma se questo è abusivo lo dovrebbero essere anche quelli realizzati sul lungomare sud. È una logica conseguenza. E tutto quello che sta attorno in quest’area rischierebbe di essere spazzato via da un eventuale “azione di risanamento”.

Non è forse un caso che per diverso tempo i lavori del guado ai confini con il comune di San Lucido siano stati bloccati.

A quanto pare l’allora sindaco di San Lucido Antonio Staffa non ha voluto prendersi alcuna responsabilità senza avere le autorizzazioni del caso. Se infine pensiamo al fiume Deuda che ha rotto gli argini nel 2010 mettendo a rischio gli ospiti di un campeggio posto nella zona è facile dedurre che tutto questo avrebbe suggerito ben altro tipo di interventi.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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