Ora è ufficiale. Lo si legge nel decreto dello scorso 10 novembre del Ministero di Grazia e Giustizia. Il dicastero, dunque, non ha inteso accogliere l’istanza per mantenere in città questo servizio presentata dal Comune.
Tuttavia, la sede giudiziaria è ancora operativa. Ciò perché bisogna capire, in questa fase transitoria, le modalità di questa soppressione. Soprattutto: quanto tempo sarà necessario?
Questione di tempi. Il nuovo decreto ministeriale, infatti, entrerà in vigore quindici giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Sarà quindi necessario attendere l’apposita circolare attuativa per chiudere definitivamente l’ufficio.
Ma è anche questione di modalità. Il Ministero potrebbe concedere sei mesi transitori, come è successo per le sedi di Amantea e Cetraro, oppure trasferire tutto direttamente all’ufficio accorpante.
Quanto all’azione dell’amministrazione comunale, qualcosa è andato storto per far sì che l’istanza di mantenimento presentata a seguito di un protocollo d’intesa (con i comuni di Bonifati, Buonvicino, Diamante, Maierà e Sangineto) cadesse nel vuoto.
La richiesta iniziale era incompleta, ma le integrazioni successive sono state presentate in ritardo: il 20 ottobre quando i termini, invece, erano stati fissati dal Ministero indicativamente al 29 giugno.
“Il Comune di Belvedere – ha precisato il sindaco Enrico Granata – si era impegnato a farsi carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nonché del fabbisogno del personale amministrativo. Era necessaria però la collaborazione degli altri paesi del circondario, così come avevamo stabilito con la delibera del 29 aprile 2013. Ma le difficoltà economiche e le carenze organiche non hanno permesso agli altri comuni di contribuire fattivamente al mantenimento dell’ufficio”.
Il primo cittadino ha spiegato che nonostante i ritardi, erano stati individuati e comunicati sia i locali che il personale messo a disposizione, 2 dipendenti del comune di Belvedere e uno di Sangineto. “Se il Ministero ha deciso di chiudere – ha commentato Granata – non possiamo farci niente”.
Stando ai fatti, Belvedere Marittimo ha perso un piccolo presidio di giustizia molto importante per il territorio, utile soprattutto ai paesi più all’interno, lontani dalla costa, che distano molto sia da Paola che da Scalea. Segno evidente di un ulteriore impoverimento dell’Alto tirreno cosentino. E le difficoltà maggiori, come sempre, saranno avvertite dai cittadini che spesso sono gli unici a pagare il conto di scelte forse un po’ scellerate.
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