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Tortora, una strana carcassa di animale in spiaggia: ecco di cosa si tratta

GS_inside_arTORTORA – La carcassa di un animale è stata ritrovata da un passante oggi sulla spiaggia di Tortora nei pressi della foce del fiume Noce.

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Le foto sono finite su facebook alimentando qualche perplessità. L’avanzato stato di decomposizione del corpo e la mancanza di parte della testa hanno destato, per qualche minuto, dubbi circa la specie.

Dubbi fugati però qualche istante dopo. Intorno alla carcassa, infatti, si è radunato un gruppetto di persone. Tra questi anche un veterinario che da una rapida ispezione della dentatura rimanente e dalle zampe ha concluso che si trattava di un cane. Un esemplare meticcio di taglia piccola e probabilmente a pelo raso.

Del ritrovamento è stato informato il Comune che ha provveduto ad inviare sul posto un vigile. La legge prevede che la carcassa di un animale morto sia smaltita secondo procedure prestabilite e con il coinvolgimento delle autorità sanitarie preposte.

Insomma, nel caso di Tortora, niente di eccezionale ma è un avvenimento che riporta a galla problemi ancora non risolti.

A cominciare da una questione animalista. Il cane ritrovato in spiaggia a Tortora potrebbe essere morto a causa di maltrattamenti, come suggerirebbe la mancanza di parte del cranio.

Quel che sarebbe avvenuto dopo richiama invece una questione ambientale. Sempre rimanendo nel campo delle ipotesi, la carcassa potrebbe essere stata scaricata nel Noce attraverso il quale sarebbe giunta in mare per poi spiaggiare in corrispondenza di via Panoramica al Porto. Il tutto, dunque, senza cura per le conseguenze sanitarie.

Un fenomeno già documentato in passato con il ritrovamento in spiaggia di carcasse di animali da allevamento o di compagnia. Un fenomeno che è esteso anche a rifiuti di ogni genere.

Tornando però alla sorte del cane ritrovato oggi vale la pena ricordare quanto ha sottolineato il veterinario intervenuto volontariamente in spiaggia circa la necessità dell’anagrafe canina sul territorio.

Se l’obbligo di microchip per tutti gli animali da affezione fosse concreto si sarebbe potuti risalire al proprietario dell’animale e, a prescindere, la registrazione rimane un deterrente per fenomeni come randagismo e maltrattamenti.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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