Noce inquinato, un fiume di percolato

TORTORA – “Sussistono tutte le condizioni perché le attività effettuate dalla società Ecologica 2008 abbiano determinato un disastro ambientale, esistendo i presupposti costituiti da: ampiezza, straordinaria gravità e irreparabilità del danno”.


È questa la conclusione della relazione tecnica sugli impianti di depurazione di rifiuti speciali pericolosi e non presenti a San Sago stilata per conto del Comune di Tortora dall’ingegnere chimico Raffaele Magnanimi e consegnata lo scorso 24 gennaio.

Un’analisi che offre dati inquietanti, come preannunciato in alcuni incontri del Comitato a difesa del fiume Noce dal sindaco Pasquale Lamboglia. Ora, se ne conoscono anche i contorni.

Il dato che più colpisce è quello delle quantità di rifiuti sversati senza essere depurati direttamente nel torrente Pizinno, affluente del fiume Noce e, da quest’ultimo, direttamente nel tratto di Mar Tirreno che bagna la costa dell’Alto Tirreno cosentino.

In 4 anni, dal 2010 al 2013, ben 35mila tonnellate. Il 90 percento di esse, come risulta dai registri della società, è costituito da percolato: circa 32mila tonnellate. Magnanimi ha dunque stimato che, sempre nello stesso periodo, sono circa 50 le tonnellate di metalli pesanti finite nell’ecosistema del Noce.

La conclusione che propende per l’esistenza del disastro ambientale sarebbe determinata “dall’elevata pericolosità delle sostanze versate” in maniera ripetuta in un arco di tempo considerevole (4 anni) attraverso mezzi di diffusione (torrente, fiume e mare) che espongono a pericolo un elevato numero di cittadini oltre all’ambiente circostante. Un danno definito “irreparabile, non circoscritto ma diffuso nel suolo (per irrigazione), nelle acque del Noce (contaminazione fauna, contaminazione persone per i possibili usi diversi) e nel mare (balneazione e pesca)”.

La relazione espone inoltre un dettaglio delle sostanze chimiche cancerogene e tossiche per l’ambiente versate nelle acque contenute nel percolato arrivato a San Sago tra cui Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Mercurio solo per citarne alcune.

Il calcolo – si legge ancora nel documento ora agli atti del procedimento in corso presso il Giudice per le udienze preliminari di Paola – è stato effettuato sulla base di un bilancio giornaliero tra quantità di rifiuti in arrivo, quantità lavorabile secondo i limiti imposti dall’Autorizzazione integrata ambientale in possesso della ditta e capacità di stoccaggio in vasche di accumulo. (continua)

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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