CRONACA

Rifiuti: truffa ed evasione, arrestato un imprenditore

Operazione della guardia di finanza di Scalea. In manette un imprenditore operante nel settore rifiuti sul Tirreno cosentino. Ipotesi di truffa alla Regione Calabria. Sequestrati beni per 4milioni di euro.


SCALEA – Un imprenditore operante prevalentemente nel settore dei rifiuti nella provincia di Cosenza e in particolare sul Tirreno Cosentino, è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla guardia di finanza nella giornata di ieri con l’accusa di truffa ed evasione fiscale.

Contestualmente, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola, i militari della tenenza di Scalea hanno sequestrato beni per oltre 4milioni di euro. Tra questi: fabbricati, anche nell’area di Cosenza, terreni, conti correnti, quote societarie ed oltre 20 automezzi.

Le indagini, svolte dai finanzieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola sono iniziate nel 2013 ed hanno coperto un’arco temporale che va dal 2008 ad oggi.

Secondo il quadro accusatorio formulato dagli investigatori il soggetto arrestato, grazie a una serie di prestanome, controllava un gruppo di società allo scopo di truffare la Regione Calabria.

Avrebbe infatti architettato un sistema per ottenere illecitamente un finanziamento pubblico di oltre 900mila euro finalizzato all’incremento occupazionale. In sostanza, avrebbe dovuto assumere circa 40 persone per almeno 5 anni, anche con la possibilità di rimpiazzare eventuali licenziamenti. Ma l’imprenditore non avrebbe effettuato tutte le assunzioni e le poche realmente fatte si sono rapidamente tramutate in licenziamenti.

I soldi pubblici, ottenuti per altro – secondo gli investigatori – producendo documentazione non veritiera, sarebbero stati distratti dalla finalità stabilita, la creazione e il mantenimento di livelli occupazionali, e destinati ad altri scopi.

La creazione di società ad hoc, tutte a lui stesso riconducibili, avrebbe consentito all’arrestato di creare artificiosamente crediti d’imposta attraverso l’emissione e l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e la sopravvalutazione dei beni aziendali, anche di 5 volte il loro reale valore di mercato.

In questo modo l’imprenditore non avrebbe versato all’erario imposte e contributi per un importo che supera i 13 milioni di euro.

Tra le ditte coinvolte ci sarebbe la Multiservizi igiene ambientale Srl, che nel 2014 ha inaugurato nella zona industriale di Santa Domenica Talao un impianto di trattamento di rifiuti differenziati che serve privati e comuni del Tirreno cosentino. A quanto si è appreso, però, il sito non rientra tra i beni posti sotto sequestro dai finanzieri.

Redazione

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