Torniamo ad Area riformista. Alla presenza del segretario provinciale Luigi Guglielmelli e della deputata Enza Bruno Bossio nasce a Paola la “sinistra” del Pd, come corrente, viene spiegato: “non contro ma per il Pd”.
Un chiarimento non dovuto ma dettato per chi immaginava un golpe nei confronti della segreteria. I numeri in effetti ci sarebbero, ma come ha ribadito il dirigente Andrea Signorelli serve “costruire un partito che sia fabbrica di idee e di gruppi dirigenti, dove la base viene coinvolta nei processi decisionali, utilizzando metodi di mobilitazione e partecipazione nuovi. È tempo di mettere da parte tutti i vecchi schemi e le vecchie logiche che hanno contraddistinto la politica fino ad oggi. È tempo di chiamare le cose con il proprio nome. Chi oggi genera clientelismo, promettendo ad esempio posti di lavoro in cambio di voti non fa politica, e non è politico colui che abusa delle naturali speranze di una persona trasformandole in illusioni”.
A fargli eco è stato Pino Falbo che ha parlato di unione del centrosinistra. Questa la priorità. “Può essere il momento giusto – ha aggiunto – perché c’è voglia di dialogare. Nessuna fuga in avanti – puntualizza Falbo -. Ma è necessario mettere da parte i personalismi . Solo uniti possiamo riconquistare il comune”.
Andiamo agli altri interventi. In particolare Alessandro Pagliaro (già candidato a sindaco di Cambia Paola) ha illustrato il senso del riformismo, mentre Mario Valitutti ha esordito con un “finalmente”, salutando con soddisfazione la nascita di Area riformista e non lesinando però critiche alla corrente di Di Natale.
Tempo fa proprio Valitutti in dissenso con la segreteria si era reso promotore insieme ad altri iscritti della richiesta di una seconda sezione del Pd. Emilio Pastore (Prospettiva Comune) e Benedetto Guaglianone (Prc) hanno dato la loro disponibilità al dialogo. Quindi gli interventi sulla tematica del convegno.
Guglielmelli: “Solo partendo dal lavoro è possibile rimettere in moto l’economia e rilanciare i consumi. Il reddito minimo non è una misura assistenzialista ma uno strumento per salvaguardare la dignità sia di chi ha perso il lavoro che di chi ne sia in cerca”.
A fargli eco la Bossio: “reddito minimo non significa rifiuto del lavoro ma accompagnamento al lavoro. Modello di una società in cui nessuno è lasciato solo”. Signorelli ha concluso: “Il reddito minimo deve essere inteso non come una misura assistenzialistica, ma come ammortizzatore sociale universale posto a garanzia della dignità dei tanti disoccupati che sono in cerca di un lavoro. Solo sostituendo la politica delle chiacchiere con fatti concreti e tangibili riusciremo a riavvicinare la gente al nostro progetto. Un progetto non del singolo, ma di una squadra composta di persone di ogni ordine e grado. Con la speranza di far rinascere Paola coinvolgendo tutte le forze sane e responsabili del centrosinistra in questo processo di riconciliazione e riscossa civica”.
Pare che Area riformista potrebbe a breve “trasformarsi” in Sinistra riformista. Vale a dire in un’unione tra il gruppo di Cuperlo e quello di Bersani.
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