Caos boa, i concessionari: “Noi, in ginocchio”

PRAIA A MARE – “Sarà contento chi ha fatto pressione sulle istituzioni senza rendersi conto o fregandosene del danno economico che stava provocando. Praia a Mare sta lentamente morendo e dopo questa ordinanza, che siamo obbligati ad accettare, non sappiamo che futuro avremo. I clienti andranno via e io non so cosa dire alle venti famiglie che dipendono dalla mia attività”.


È quanto ci ha raccontato uno degli otto concessionari di aree demaniali marittime di Praia a Mare adibite all’ormeggio e al rimessaggio delle imbarcazioni turistiche. Attività imprenditoriali obbligate al trasloco (ne abbiamo parlato qui) da un’ordinanza del sindaco di Praia a Mare a seguito dei solleciti in tal senso della Regione Calabria che, a sua volta, è stata a più riprese incalzata dai rilievi di forze politiche e dalle segnalazioni di associazioni locali.

Le concessioni in questione si sovrappongono alle aree dei due Sic, Siti di interesse comunitario, presenti nel territorio comunale. In particolar modo in località Fiuzzi, di fronte all’Isola di Dino. La Regione ha dunque chiesto di sospendere le concessioni ma il Comune ha optato per traslocare i rimessaggi sul tratto di costa Nord del Comune di Praia a Mare, al confine con Tortora e in corrispondenza dell’ex area industriale Marlane.

Gli imprenditori in questione si sentono “colpiti” dall’ordinanza. Un duro colpo, duro da assorbire nel periodo di maggiore attività.

“La nautica a Praia a Mare è finita” commenta con voce amara uno degli otto interessati dal provvedimento. E il dito è puntato sui soggetti che, negli ultimi anni, hanno effettuato segnalazioni per ottenere il soddisfacimento di quella che – è bene chiarire – resta comunque una prerogativa ambientale: ovvero la separazione della fruizione balneare dall’attività di ormeggio nautico. Per di più in area marina protetta.

Le lancette dell’orologio corrono e il tempo a disposizione per effettuare il trasloco è di soli 20 giorni. “Impossibile – commenta ancora l’imprenditore – sbrigare le pratiche burocratiche e lo spostamento delle attrezzature in così poco tempo. Serviranno non meno di 2 mesi”. Leggasi: stagione finita.

Sono molti i dubbi che lo attanagliano. Oltre a quelli relativi alla sopravvivenza imprenditoriale ci sono quelli in merito alla nuova sistemazione. “Vedrete l’effetto accampamento e la guerra tra poveri – spiega il concessionario –. Quel tratto di costa fronteggia il mare aperto e non tutti sono attrezzati per prevenire gli effetti di una eventuale mareggiata”.

Lo stesso vale per Raffaele Cardillo, presidente dell’Associazione Isola Dino, altra concessionaria di località Fiuzzi anche se su base no profit.

“Noi – rivela – abbiamo deciso di chiudere battenti dopo 21 anni di onorata attività. L’ordinanza è una brutta ferita al turismo poiché la perdita di questo servizio metterà in fuga una buona fetta di utenza. Turisti – precisa Cardillo – che non torneranno. Gli enti hanno fatto la loro parte – conclude – ma chi ha pressato affinché si giungesse a tanto ora dovrà interrogarsi sulla bontà delle proprie azioni”.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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