Cetraro, colpo al clan Muto: sequestrate armi e droga

CETRARO – 750 chilogrammi di marijuana, cocaina e semi di cannabis sono stati sequestrati nell’operazione della Dda che ha portato al fermo nei giorni scorsi di Michele Iannelli, Cristian Onorato, Pietrangelo Iacovo e Fabrizio Iannelli. Tutti soggetti riconducibili al clan Muto.


E poi due pistole, due fucili, due carabine con caricatori, nonché numerose cartucce. Tutte le armi avevano le matricole abrase.

Il traffico di stupefacenti è stato scoperto dopo apposita perquisizione di tre casolari contigui da parte della guardia di finanza di Paola siti in località Difesa di Cetraro. È qua che viene scovato l’enorme quantitativo di droga e le armi. Uno stabile che era addirittura video sorvegliato. La criminalità non tralasciava infatti nulla. C’era anche un “custode” comunque fuggito e poi risultato non rintracciabile.

Le indagini vengono indirizzate subito in colui il quale sembrava avere in disponibilità le cascine: Cristian Onorato. E tali risultanze vengono anche confermate da alcuni testimoni. Emerge inoltre il libro mastro dei quattro in cui venivano annotati i ricavi (dalla vendita di stupefacenti) e le spese.

Iacovo ricordiamo che era stato già arrestato per coltivazione illecita di cannabis a Spezzano Albanese.

Un primo elemento, come rileva la Dda, che fa desumere su una struttura organizzativa lo si ricava dal fatto che i quattro avessero in disponibilità i beni immobili che costituivano una vera e propria centrale di produzione e stoccaggio dello stupefacente.

“Era stata creata una vera e propria Serra e sono state create vere e proprie postazioni di lavoro come se ci si trovasse di fronte a una vera e propria fabbrica il cui progetto era a tempo indeterminato”.

Le schede telefoniche erano poi intestate a terzi. Da questo si deduce che i quattro cercavano di non farsi identificare. Tantissime le intercettazioni telefoniche che inchioderebbero i fermati i quali dirigevano tramite altre persone anche il commercio di frutta e verdura. Un modo secondo la Dda per reinvestire i soldi.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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