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Cetraro, colpo al clan Muto: ora è caccia agli altri affiliati

CETRARO – È caccia agli altri affiliati del clan Muto.

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Emerge dagli atti, relativi al procedimento che ha portato al fermo dei quattro cetraresi, che l’inchiesta è destinata ad avere un seguito. Ci sono tanti nominativi da individuare che la Dda e le fiamme gialle di Paola sono certi facciano parte dell’organizzazione.

Nel frattempo, ieri mattina Michele Iannelli, Christian Onorato, Pietrangelo Iacovo e Fabrizio Iannelli hanno fatto scena muta davanti al Gip. Gli indagati difesi tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Bruno, Armando Sabato e Michele Rizzo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Solo Onorato si è difeso davanti al Gip di Paola.

Nelle attività di vendita al dettaglio e all’ingrosso della frutta il ruolo di promotore veniva ricoperto, secondo le indagini della guardia di finanza di Paola e della Dda, da Michele Iannelli con l’interposizione fittizia di alcuni soggetti utilizzati come “teste di legno”. Sempre Iannelli organizzava una serie di punti di vendita dislocata sulla costa tirrenica ed un centro di vendita all’ingrosso ad Acquappesa. In poche parole gestiva (rifornendo tantissimi locali del medio e basso Tirreno cosentino) mentre altri mettevano il loro nome.

Tre quindi le intestazioni fittizie accertate: una ad Acquappesa, le altre due rispettivamente a Belvedere Marittimo e Guardia Piemontese. Michele Iannelli pur non avendo fonti reddituali “ha messo in piedi fiorenti attività commerciali verosimilmente reimpiegando i proventi della vendita dello stupefacente”.

Sul libro mastro della droga sono state altresì rinvenute cifre di altissimo valore “circostanze che depongono ancora una volta per l’esistenza di una struttura organizzata programmata per commettere una serie indeterminata di delitti concernenti la cessione di stupefacenti. Nel suddetto libro mastro, anche se sono stati identificati con certezza solo quattro sodali, compaiono decine di nominativi allo stato non identificati in quanto destinatari e beneficiari di vari chili di stupefacente e creditori o debitori di somme di denaro per svariate migliaia di euro. Essi sono certamente soggetti facenti parte dell’organizzazione oggetto del presente procedimento”.

La suddetta operazione è stata portata avanti con discrezione per circa un anno dalla guardia di finanza di Paola. Le fiamme gialle nel novembre del 2014 a seguito di attività di perquisizione di tre casolari contigui in località Difesa avevano rinvenuto le armi e l’enorme quantità di stupefacente. Ma nei tre stabili non c’era nessuno. Solo i documenti del presunto “custode”, tutt’ora irreperibile. Un indiano che a quanto pare sarebbe tornato in India ed è al momento irrintracciabile.

Dopo i sequestri i militari hanno quindi riannodato i fili. Hanno interrogato tante persone e hanno ricercato abilmente univoci elementi di prova a carico dei detentori. A seguito di accertamenti veniva quindi incastrato Onorato che si desume avesse in disponibilità tutto quanto sotto sequestro. Poi dopo le intercettazioni che hanno confermato il quadro accusatorio si è giunti al fermo degli altri tre cetraresi.


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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