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Paola, monsignor Nolè apre la casa di San Francesco

PAOLA – Un’emozione spirituale unica. L’arcivescovo di Cosenza Francesco Nolè apre, in città, la seconda porta santa.


Il 14 dicembre era stato dato il via al giubileo della misericordia e al VI Centenario della nascita di San Francesco, dischiudendo la porta della chiesa antica del santuario. Venerdì è stata la volta della casa natale del taumaturgo. Qui, in questi vicoli, Francesco è cresciuto. In questi anfratti del centro storico il santo calabrese contraeva una malattia a un occhio per poi guarire e convertirsi alla pratica religiosa. E muoveva i primi passi sotto le intercessioni dei genitori devoti a San Francesco d’Assisi.

La cerimonia è iniziata al Duomo con una messa e l’omelia di monsignor Nolè il quale dopo giorni di permanenza in città ha riferito di aver conosciuto splendide realtà di volontariato. Esiste una Paola solidale fatta di gente comune che tende la mano verso il prossimo. Di realtà che si mettono al servizio degli ultimi. Dei poveri, degli ammalati, dei carcerati. L’arcivescovo ha ammirato lo spirito dei volontari. E non ha nascosto come è lo stesso spirito che ha guidato il santo protettore della Calabria.

Dal duomo si è snodata poi una processione per le vie del centro storico fino alla casa natale del santo – luogo giubilare temporaneo -, dove si è svolto il rito di apertura della porta santa e dove si potrà lucrare l’indulgenza plenaria. Monsignor Francesco Nolè ha ricordato durante la cerimonia la data del 27 marzo, ormai prossima affermando: “Guarda i tuoi figli e i tuoi devoti nel sesto centenario della tua nascita, le nostre famiglie, i nostri giovani, quanti vivono nel peccato e nella solitudine, quanti sono oppressi da tante necessità. Ci conceda il signore di camminare sempre nella via del bene, di essere testimoni credibili attraverso opere di carità e di sperimentare la misericordia di Dio attraverso il volto di Cristo, quel volto che tu hai cercato e incontrato, nei fratelli poveri, bisognosi mendicanti dell’amore del padre. In questo luogo, è nato secondo la tradizione Francesco. Qui il Santo aveva una famiglia e questo luogo lo dedichiamo dunque al giubileo delle famiglie, le famiglie che hanno tanto bisogno di misericordia. Misericordia reciproca tra marito e moglie, sapersi perdonare, comprendere e accogliere, sapersi dire l’un l’altro soprattutto nelle difficoltà ti voglio ancora bene. E il Santo lo dice con noi, lo dice anche attraverso il gesto di questa sera che ci ha fatto aprire la porta della sua casa natale, per dire grazie anche alla sua famiglia , ai genitori. Pensiamo forse poco ai genitori dei santi, ma dietro ogni santo c’è una famiglia, dietro ogni vocazione c’è una famiglia. A volta può sembrare anche che i genitori siano contro la vocazione dei figli, ma in realtà stanno partecipando al dono di misericordia”.

Monsignor Nolè ha quindi chiesto al Santo la benedizione. “La famiglia deve tornare ad essere al centro dell’attenzione di tutti. I coniugi devono avere presente che hanno avuto un dono e un mandato: diffondere questo amore”.

Il padre provinciale dell’Ordine dei Minimi, Gregorio Colatorti, ha allargato l’invito del vescovo: “Alla famiglia diocesana”, e rivolto alla città: «Vorrei fare un’unica famiglia, a Paola, che cammini insieme in questo anno Santo”. Il sindaco, Basilio Ferrari, visibilmente emozionato: “Non è facile avere parole in luoghi come questo. Che sia un anno di misericordia anche per noi”.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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