Cultura, pubblicato il nuovo saggio di Egidio Lorito

PRAIA A MARE – “La comunicazione mediatica tra egemonia culturale ed egemonia sottoculturale. Società, cultura e comunicazione nell’Italia contemporanea” (Ristampa Edizioni) è il nuovo saggio di Egidio Lorito, avvocato e pubblicista di Praia a Mare.

Tra i contenuti dell’opera il tema classico dell’egemonia culturale risalente ad Antonio Gramsci, il ruolo degli intellettuali e i mezzi di comunicazione nella società contemporanea per analizzare i progressi registrati in campo culturale nell’ultimo quarantennio.

La tesi avanzata da Lorito è che al predominio della sinistra nella produzione culturale e nell’occupazione di spazi sui media si è via via sostituita la destra. Il concetto di nazionalpopolare, oggi, fa riferimento a fenomeni come i reality show e la riflessione che si pone è legata a un confronto tra l’Italia di Pasolini, Moravia e Calvino e quella di Striscia la notizia, Alfonso Signorini e Maria De Filippi.

“La tesi provocatoria di questo libro – dice Lorito – è che il confronto non solo è possibile, ma è illuminante”.

Un saggio ispirato da grandi ricercatori (Arendt e Baudrillard, Cusset e Debord, Freccero, Gramsci, Noelle-Neumann, Popper) e che si è avvalso di contributi autorevoli come nella prefazione di Stefano Zecchi, ordinario di Estetica alla Statale di Milano, delle introduzioni di Massimiliano Panarari, docente di Comunicazione politica alla Luiss di Roma, e di Marcello Veneziani, giornalista e scrittore e del saggio conclusivo, e di Mario Caligiuri, associato di Comunicazione pubblica all’Università della Calabria.

“Dalla conclusione di un nuovo percorso di studi universitari all’idea di pubblicare la tesi di laurea in Sociologia della comunicazione – dichiara l’autore – il passo è stato breve. Si è trattato di un gradito ritorno al passato, anzi della continuazione di un impegno costante grazie all’interazione tra le componenti della ricerca, ovvero il tema caro al rapporto tra società, cultura e comunicazione. Ed in questo caso, il colpo di fulmine che un giornalista culturale ha avuto con l’argomento è stato fatale”.