Omicidio Giordanelli, Di Profio era in cura al Sert

CETRARO – Una perizia psichiatrica per l’infermiere Paolo Di Profio? Potrebbe essere a breve richiesta dagli avvocati Michele Rizzo e Sabrina Mannarino. L’obiettivo? Verificare se l’uomo al momento dell’omicidio, di cui è accusato dalla Procura di Paola, fosse in grado di intendere e volere.


Di Profio, come del resto anche i familiari del medico Anna Giordanelli hanno confermato, faceva uso di farmaci (oltre che di alcool) che potrebbero avere alterato il suo stato emotivo. L’uomo, le cui responsabilità andranno comunque accertate, era in cura presso il Sert di Paola. E non è escluso che le patologie per le quali era assistito abbiano inciso sulla sua lucidità  al momento dei fatti.

Rimaniamo comunque al condizionale perché a tutt’oggi si attendono precisi riscontri alle accuse. È tutto al vaglio della procura che attende i risultati dell’esame autoptico sul corpo di Annamaria Giordanelli, dopo le prime ispezioni effettuate, oltre che gli esami sull’arma del delitto e quelle relative alle tracce di sangue rinvenute nell’auto del dipendente dell’ospedale di Cetraro e su alcuni indumenti.

Dalla perizia disposta dal medico legale delegato dalla procura di Paola, il dottor Vercillo, la Giordanelli è deceduta a causa dei colpi ricevuti da un corpo contundente “per trauma cranico con lacerazione del cuoio capelluto, fratture scomposte ed esposte della volta e della base cranica”.

La quadratura del cerchio nelle indagini che hanno portato al fermo è giunta poche ore dopo l’omicidio. Gli 007 dei carabinieri della compagnia di Paola sono stati abili a fiutare la pista. Sono stati due giorni ininterrotti di lavoro per corroborare le prime prove raccolte. Anche se Paolo Di Profio stava confessando le indagini per avvalorare la tesi dell’accusa sono proseguite senza pausa per 48 ore. Ma anche nei giorni a seguire si è puntato a rinforzare le piste già tracciate. I carabinieri non stanno lasciando nulla al caso dopo aver individuato il presunta omicida in poche ore. Di Profio si era cambiato e ripulito. I militari sono andati a prendere a casa e da quel momento non l’hanno più mollato.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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