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Diamante, ambientalisti vogliono salvare Isola di Cirella

Obbiettivo: liberare l’Isola di Cirella dalle imbarcazioni all’ancora. Italia nostra, Mat e comitato bonifiche scrivono al sindaco di Diamante.


DIAMANTE “Abbiamo liberato dalle barche e dall’inquinamento del mare l’Isola di Dino di Praia a Mare ora puntiamo a liberare l’Isola di Cirella, nel comune di Diamante, ogni anno circondata da barche di ogni genere che inquinano e distruggono la posidonia. Chiediamo al sindaco di Diamante Gaetano Sollazzo di discutere della questione e porre fine con immediati interventi deliberativi dello scempio ambientale che si verifica ogni anno”.

A sostenerlo sono alcune associazioni ambientaliste del territorio. Ovvero, Italia nostra presidio di Praia a Mare, Movimento ambientalista del Tirreno e Comitato per le bonifiche terreni, mari e fiumi della Calabria.

Riportiamo la lettera inviata al primo cittadino di Diamante.

“Il Comune di Diamante è interessato dalla presenza di due Siti di interesse comunitario (Sic): “Isola di Cirella” e “Fondali Isola di Cirella – Diamante”.

Il Sic Fondali Isola di Cirella – Diamante vede la presenza di due habitat naturali di interesse comunitario: codice 1120 Erbari di Posidonie, codice 8330 Grotte sommerse o semisommerse, inseriti nell’allegato 1 della Direttiva Habitat. La Direttiva Habitat ha quale scopo quello di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la direttiva stabilisce misure volte ad asSicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati.

L’Art 1 punto d) così definisce gli habitat naturali prioritari quali appunto gli Erbari di Posidonie: tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire per la cui conservazione l’Unione europea ha una responsabilità particolare a causa dell’importanza della loro area di distribuzione naturale e che sono evidenziati nell’allegato A del presente regolamento con un asterisco.

La Posidonia oceanica è considerata un ottimo indicatore dello stato di salute dell’ambiente marino e lo studio della variazione della struttura ed estensione delle praterie può permettere di valutare le condizioni delle aree costiere. La Regione Calabria, in ossequio alla Direttiva Habitat, ha previsto misure di conservazione e tutela attraverso l’adozione del Piano di Gestione, approvato dalla giunta regionale con deliberazione n. 948 del 9 dicembre2008. Del Piano di Gestione fanno parte integrante le mappe di perimetrazione Sic e le mappe Habitat Sic. Il Piano di Gestione dei Sic approvato dalla Regione Calabria ha individuato nella nautica da diporto relativamente all’attività di ormeggio e all’inquinamento causato anche dai numerosi natanti tra le cause della forte contrazione delle praterie di posidonia presenti nel Sic IT9310035 le quali sono soggette ad un alto grado di vulnerabilità.

La contrazione delle praterie di posidonia deve creare un giustificato allarme in tutti i soggetti coinvolti siano essi pubblici (Comune, Regione, Ministero) che privati (imprenditori turistici, noleggiatori di natanti, diving club, ecc). Infatti lo stato di conservazione delle praterie di posidonia, la sua estensione non sono cose di poco conto. Tali praterie rappresentano infatti un elemento fondamentale per la qualità degli ambienti litorali (mantenimento della qualità delle acque, trasparenza) che è alla base dello sviluppo del turismo. Il turismo costituisce per la sua importanza socioeconomica e per il suo contributo alla economia del territorio un elemento irrinunciabile. La protezione e la conservazione delle praterie di Posidonia sono importanti quindi non soltanto per il loro valore patrimoniale ed ambientale ma anche sotto l’aspetto economico.

Nell’ambito di questo quadro normativo e di gestione, si ravvisa l’urgenza di segnalare la necessità di tutelare la presenza dell’ampio tratto di Posidonia clinex, localizzata intorno all’isola di Cirella, importante nursery per pesci e per la salvaguardia dalla erosione costiera.

Come già evidenziato le praterie di posidonia sono in forte regressione in quanto esposte a diverse minacce tra cui il disturbo dei fondali causato da ancoraggi. È proprio quello che avviene alla posidonia oceanica dei fondali dell’Isola di Cirella a causa degli ancoraggi delle numerosissime imbarcazioni che durante il periodo estivo sostano dei pressi di tale isola.

Come noto le ancore quando vengono gettate sulla posidonia per l’ancoraggio si impigliano ai rizomi di questa e quando vengono salpate strappano e creano delle rotture nei rizomi stessi e nelle foglie. Oltre alle ancore c’è anche l’effetto dannoso delle catene cui sono agganciate. Esse si spostano sul fondo a causa dell’idrodinamismo (moto ondoso e correnti) strappando le foglie della posidonia.

Da studi effettuati, l’ancoraggio di una imbarcazione da diporto (discesa, stazionamento, risalita dell’ ancora) strappa in media dai 16 a 34 rizomi con relative foglie (fasci) di Posidonia oceanica. Ecco quindi la necessità di proteggere la posidonia oceanica introducendo norme che vietino o limitino la presenza delle imbarcazioni intorno all’isola di Cirella.

Lo strumento potrebbe essere quello di introdurre nel Piano comunale spiaggia delle misure regolamentari atte a garantire la tutela dell’habitat. Questa opportunità, in attesa della definizione della questione dell’accorpamento dei parchi marini regionali, trova fondamento nella nota trasmessa dalla Regione Calabria, dipartimento ambiente e territorio, Servizio 5, Rete Natura 2000, in data 30 marzo 2016 prot. N. 0102755 al Comune di Praia a Mare a proposito della tutela delle grotte dell’Isola Dino, habitat 8330.

Nel caso in cui il Comune di Diamante voglia comunque garantire la visita al sito potrebbe attenersi a quanto disposto dal citato Piano di gestione favorendo l’allestimento di un piccolo campo boe in un punto identificato come meno vulnerabile. Il campo boe sarà costituito da 3-4 boe fornite di gavitelli di ancoraggio per l’attracco temporaneo di imbarcazioni. La boa dovrà essere idonea per le diverse tipologie di imbarcazioni ed ancorata al fondale con sistema a vite.

Certi che la signoria vostra saprà tenere in debito conto la problematica segnalata, si inviano cordiali saluti”.

Redazione

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