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Omicidio Rodrigues, Carrozzino resta in carcere

Richiesta rigettata dal riesame. Il presunto omicida di Silvana Rodrigues rimane in carcere. Sergio Carrozzino è considerato soggetto pericoloso.


BELVEDERE MARITTIMO – Sergio Carrozzino rimane in carcere.

Il tribunale del riesame ha rigettato la richiesta formulata dall’avvocato Giuseppe Bruno difensore dell’unico indagato per l’omicidio di Silvana Rodrigues. La gravità indiziaria dei fatti in esame è evidente che hanno indotto il giudice a ritenerne pericoloso il rilascio.

Custodia cautelare confermata, per Carrozzino, che si era avvalso della facoltà di non rispondere dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Paola, Giulio De Gregorio. Anche se il lavoro degli inquirenti non è ancora completato si “incassa” la prima conferma. Di certo ci sono forti indizi nei confronti dell’uomo.

Carrozzino che aveva da poco finito di scontare una pena di 14 anni e mezzo per un altro omicidio, è accusato di aver ucciso Silvana De Matos Rodrigues, una donna brasiliana da tempo residente a Belvedere Marittimo. Per occultare il suo reato avrebbe quindi dato alle fiamme il cadavere della donna.

L’esame degli atti che accompagnano le determinazioni cautelari della pubblica accusa hanno consentito secondo il Gip di ritenere “sussistenti nei confronti del prevenuto sia i gravi indizi di colpevolezza che le esigenze cautelari“. A “incastrare” Carrozzino è stata soprattutto la testimonianza di un uomo che ha raccontato come lo stesso si sarebbe avvicinato all’autovettura (una Fiat) della Rodrigues nei pressi di un supermercato. È l’ultima testimonianza visiva (data dalle telecamere) della donna. L’uomo avrebbe inoltre riferito di aver deciso di collaborare quando è venuto a conoscenza dell’autovettura trovata bruciata. Gli indizi dimostrerebbero “con certezza assoluta la contemporanea presenza della vittima e di Carrozzino nell’area di parcheggio del supermercato e che lo stesso si è avvicinato al veicolo salendo a bordo dell’auto della vittima”.

Il comportamento di Sergio Carrozzino era stato giudicato sospetto per quanto riguarda anche l’uso del cellulare. Lo spegneva a ridosso dell’evento delittuoso per poi cambiare definitivamente scheda il primo lunedì dopo l’omicidio.

Diversi inoltre sono stati altri testimoni sentiti dagli inquirenti volti a far combaciare orari e particolari. Non è stato affatto facile. Il Gip ne ha quindi disposto la custodia in carcere e il tribunale del riesame, che doveva decidere già martedì scorso, ieri ha confermato che l’uomo rimarrà tra le sbarre. De Gregorio nella sua ordinanza in tema di esigenza di cautela poneva in risalto l’oggettiva pericolosità dell’indagato “desumibile dalla gravità dei fatti accertato dalla modalità della loro commissione e dalla personalità di Carrozzino desumibile dai suoi precedenti penali”.

Secondo gli inquirenti: “Carrozzino ha verosimilmente ucciso nel corso di un delirio di persecuzione della vittima in folle tentativo di possesso sessuale. Si tratta di una persona tipicamente riferibile ai seriali”. Nella prospettiva di pericolo di fuga il Giudice per le indagini preliminari di Paola, Giulio De Gregorio, scriveva infatti che “è attuale e concreto che Carrozzino sia consapevole di poter essere condannato a pene severe per i reati realizzati e che potrebbe indursi a sottrarsi alle stesse rendendosi latitante. È agevole ricordare come il compendio intercettivo evidenzi il suo proposito di lasciare il domicilio di Belvedere Marittimo”.

la vicenda dal nostro archivio

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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