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Paola, frana all’ospedale: una commissione per il bando

Bando lavori sulla frana della collinetta su cui sorge l’ospedale di Paola: l’ufficio del commissario per il dissesto idrogeologico nominerà una commissione.


PAOLA – “Massima trasparenza ed efficienza. L’ufficio del commissario nominerà una commissione per la valutazione delle offerte pervenute al bando di gara per l’incarico di progettazione della messa in sicurezza della collina dell’ospedale di Paola”.

Nello Gallo, soggetto attuatore per il commissario straordinario delegato al dissesto idrogeologico della Calabria, interviene dopo i rilievi mossi da ingegneri e geologi sul bando: “Ho personalmente parlato con i presidenti degli ordini per invitarli ufficialmente a lavorare insieme affinché i bandi siano il più possibile accessibili e partecipati”.

La commissione sarà composta da due funzionari dell’ufficio, uno dell’autorità di bacino, uno della protezione civile e dal responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Paola. L’apertura delle buste avverrà il 13 luglio, a partire dalle 9 e 30 presso l’ufficio del commissario a Catanzaro e sarà pubblica.

Nel frattempo, ieri mattina si è tenuto il processo in tribunale che vede coinvolte a vario titolo cinque persone per la frana. Sui banchi dei testimoni il perito del Gip il quale ha sostenuto che l’abitazione non ha inciso sul movimento franoso.

Francesco Fiorillo, nominato a suo tempo nel corso dell’incidente probatorio disposto dal giudice per le indagini preliminari De Rose, ha dato la sua versione dei fatti. È stato sentito dal pubblico ministero Grieco, dagli avvocati delle parti offese, Guido Siciliano (per l’Asp) e Paolo Quercia (per il comune), nonché dai legali degli imputati, Gino Perrotta, Pietro Sommella e Massimo Zicarelli.

Il perito del Gip incalzato dal PM ha spiegato che se non sono presenti elementi di rischio dove sorge l’abitazione non può essere catalogata R4.

“L’intervento progettato era tollerabile” ha sottolineato il perito. “Ma possiamo chiamare con il termine superficiale – gli ha poi chiesto il PM – il suddetto intervento”? Fiorillo ha spiegato che “prima dell’innesco del fenomeno franoso, osservando il sito, il fabbricato era ubicato su zona stabile. Con il termine superficiale diciamo che poteva edificarsi più a monte. In una situazione con frana c’erano margini di tollerabilità. Si dovevano chiedere i pareri necessari che però non sono stati chiesti”.

L’avvocato del Comune di Paola ha quindi chiesto se la scarsa regimentazione delle acque può essere stata la causa scatenante, e Fiorillo ha rilevato che “le piogge non possono ritenersi causa scatenante. Tutto il colle è ormai antropizzato e quindi è stato modificato l’originario scolo. E le acque vanno a finire nel parcheggio o nei pressi dell’abitazione”.

Il perito del Gip, ha riferito infine sui gabbioni: “Se su un pendio si fa un taglio, si rende instabile la zona a monte. Il rischio aumenta se si sovraccarica la zona a monte”. Le modalità di questo taglio sarebbero quindi sbagliate: “Si dovevano fare prima delle palificate”. Infine sull’autorizzazione dell’autorità di bacino: “Non era necessaria”.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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