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Operazione Frontiera, tutti “muti” davanti ai giudici

Gli affiliati al clan Muto arrestati nell’inchiesta Frontiera tacciono negli interrogatori di garanzia. Nessuno ha mai violato il silenzio imposto da Franco Muto.


CETRARO – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere gli indagati dell’operazione Frontiera.

Gli interrogatori di garanzia conclusi l’altro ieri non hanno forse dato l’esito sperato.

Tutti tacciono e di questo passo l’inchiesta rischia di diventare difficoltosa per una serie di circostanze.

Innanzitutto non c’è mai stato un pentito interno nel clan Muto, né tanto meno sembra che ci sarà adesso. I collaboratori di giustizia esterni alla cosca non sono riusciti a fornire negli anni un quadro assolutamente preciso e completo di questa organizzazione criminale che estende le sue tele oltre la Calabria.

Franco Muto, il figlio Luigi e i suoi sodali non hanno mai proferito verbo dinanzi ai giudici e ai pm. Anzi hanno evitato di parlare anche in carcere.

Il re del pesce ha preferito non ricevere nessuna visita di congiunti e familiari nel lungo arco di tempo in cui è stato recluso. In poche parole per rafforzare la tesi sostenuta nel processo Azimuth ha preferito rimanere solo.

È un uomo che non ha mai temuto nessuno tantomeno la legge. Uno dei pochi forse in Italia che lo stato e la giustizia non sono riusciti ancora ad incastrare. “Frontiera” è un’indagine complessa e particolareggiata.

Ma non si presenterà di certo agevole il compito della direzione distrettuale antimafia. I presunti affiliati del clan Muto non parlano. I primi interrogatori davanti ai giudici non danno l’esito sperato dai magistrati. Sembra essere blindato in un clima di omertà e reticenza l’indagine istruita dai pm Nicola Gratteri e Vincenzo Luberto.

Di Cetraro in questi anni si è detto tanto e di tutto. Si è parlato (anche nella recente ordinanza) di riunioni in Ospedale. Gli affiliati si recavano al “Iannelli” secondo i carabinieri per parlare di affari. Le telecamere installate però dopo pochi giorni sono state rese inservibili e di quegli incontri non è rimasto quasi nulla.
Una cosa è comunque certa: è preoccupante il potere che Franco Muto si è costruito sulla costa in oltre trentacinque anni.

Il Re del pesce sembra un intoccabile. Protetto da muri e silenzi spesso difficoltosi da superare. Oggi quanto raccolto contro l’anziano capobastone andrà corroborato da altri elementi altrimenti l’ordinanza quando sfocerà in aula rischia di essere ridimensionata.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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