Romeo Borgia, ispettore capo della forestale in pensione, continuava a esercitare la funzione con documenti falsi. Condannato a 8 mesi di reclusione.
PAOLA – Il tribunale di Paola ha di recente condannato Romeo Borgia, già ispettore capo del corpo forestale dello Stato, a otto mesi di reclusione. L’uomo era accusato di aver continuato l’attività di polizia nonostante fosse da tempo in pensione. A tele scopo utilizzava documenti d’identificazione dei corpi di polizia falsi.
La pena è stata comunque commutata in prestazione di attività non retribuita in favore della collettività per la durata della condanna a meno che il condannato non si opponga.
I fatti risalgono al 2009. In particolare, Borgia faceva più copie del tesserino del corpo forestale, apparentemente rilasciato dal Ministero delle Politiche agricole in data 3 febbraio 2003 facendolo apparire come quello analogo, originale, effettivamente rilasciato in pari data a suo nome e poi ritirato il 30 dicembre 2009. In effetti lo stesso era stato in quest’ultima data collocato in pensione, ma nonostante tutto, secondo le accuse, continuava a esercitare con le sue attribuzioni qualificandosi come tale anche ai carabinieri.
Il tribunale ha quindi confiscato le copie fotostatiche della tessera da ispettore del corpo forestale dello Stato, dissequestrando invece la patente di guida. Borgia era difeso dall’avvocato Sabrina Mannarino.
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