Maggioranza in contraddizione: accusa gli ex amministratori per il dissesto delle casse dell’ente ma aumenta gli stipendi ai capi settore del Comune di Paola.
PAOLA – La maggioranza del Consiglio comunale di Paola ridetermina le indennità ai capi settore e attacca Roberto Perrotta.
Se da un lato nonostante la crisi continua a aumentare gli emolumenti, dall’altro se la prende con l’ex sindaco “reo” di aver causato il dissesto. Un controsenso.
Ma andiamo alle cifre. Al responsabile del settore personale (Gianfranco Scerra) 10mila e 900 euro di indennità; al responsabile dell’Utc Fabio Pavone e a quello del contenzioso Francesco Maddalena, 12mila e 900 euro; a Marcello Carnevale della polizia municipale 10mila e 900 euro; stessa cifra di Carnevale anche per Ida Casacchia, Paola Altavilla e Giovanni De Medici.
Passiamo al comunicato de I Moderati per Paola gruppo di maggioranza, che punzecchia l’ex sindaco e coloro i quali disconoscono il documento col quale i commissari liquidatori certificano una massa passiva presuntiva che si aggira attorno ai 28milioni di euro.
“Che volete che siano questi debiti in cui c’è di tutto: dai 30mila euro pagati per quattro pietruzze e un po’ di cemento per la rotatoria di Sant’Agata, ai 75mila euro per qualche spettacolo al teatro Odeon, passando ai 230mila euro per incarichi legali ad avvocati amici degli amici e al milione e mezzo di euro per costruire l’ecomostro sul lungomare, poi completamente abbandonato a se stesso. Per quest’ultimo, soldi letteralmente buttati a mare di cui 900mila euro di finanziamento regionale e 600mila euro con un mutuo del comune, 35mila euro di consulenza stratosferica”.
E promette inoltre che il gruppo del sindaco avrebbe in serbo “altre sorprese, che molto presto sveleremo. Adesso dobbiamo chiedere scusa perché i 9 milioni di euro, cioè altri 18 miliardi di vecchie lire, a detta del commissario sono presunti. Cioè di cittadini paolani e non solo che in buona fede, credendo alla parola del pifferaio magico, hanno prestato la propria opera, materiali e quant’altro, ma non hanno nessuna pezza giustificativa per pretendere il pagamento. Per questi, al danno si aggiunge la beffa”.
E in chiusura: “Siamo convinti che le responsabilità verranno sicuramente individuate dalla Corte dei Conti nella quale i cittadini ripongono la loro piena fiducia ed attendono da essa risposte chiare”.
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