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Uccisa dal treno, richiesta di archiviazione?

La procura verso l’archiviazione sul caso della giovane di San Lucido investita da un treno a luglio nella stazione di Fuscaldo. Gli altri casi e le “stazioni morte” del Tirreno.


FUSCALDO – Ci sarebbe una richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica di Paola al Gip sul caso della 16enne di San Lucido risucchiata e uccisa da un treno nella stazione di Fuscaldo lo scorso luglio.

Maria Francesca Inverso – lo ricordiamo – è morta a seguito del contatto con un treno che sfrecciava in stazione a circa 150 chilometri orari. Secondo gli inquirenti attraversava i binari. Le indagini sono state minuziose e si sono avvalse della testimonianza immediata dei due ragazzi che erano assieme alla sfortunata 16enne.

Sul posto la Polfer che ha effettuato sopralluoghi che non hanno lasciato spazio a dubbi. Dubbi che hanno però ancora i familiari della sfortunata ragazza che stanno cercando di produrre presunti indizi da dove però non è emerso nulla di nuovo che possa far presupporre un prosieguo dell’inchiesta.

Una brutta storia, perché si sta cercando di tirare in ballo gli altri due ragazzi (la cui famiglia ha nominato un avvocato, Adolfo Cavaliere del foro di Paola, ndr) che sarebbero del tutto estranei alla vicenda. Ragazzi che erano quel giorno insieme alla sfortunata Maria Francesca, unica vera martire di questa incresciosa situazione.

C’è una realtà storica a far da contraltare ai tanti teoremi che si sono accampati sui social network e che hanno minato la tranquillità di un’altra famiglia inducendola a tutelarsi nelle sedi opportune.

Il Gip quindi dovrà decidere se mettere la parola fine all’indagine sull’incidente avvenuto nella stazione ferroviaria che non è stato comunque il primo sul Tirreno cosentino. Sempre a Fuscaldo era perito sui binari un uomo del luogo. Forse camminava troppo vicino alla linea ferrata e pare che non abbia udito il convoglio in arrivo che transitava dalla stazione. Stessa sorte è toccata a un anziano, lo scorso anno nei pressi della stazione di Cetraro investito da un convoglio che sfrecciava oltre i 100 chilometri orari.

Agli onori delle cronache balzano le cosiddette stazioni morte. Completamente abbandonate. Gli altoparlanti annunciano i treni e richiamano l’attenzione ma forse non basta. Mancano pannelli e display visivi. Dopo Paola, in direzione Sud, prima di giungere ad Amantea è deserto: San Lucido, Fiumefreddo, Longobardi, Belmonte sono scalo solo di pochi treni regionali. Stesso dicasi per le stazioni poste a Nord della città di Paola. La ferrovia da queste parti ha smantellato. Sono rimaste le strutture, vecchie e fatiscenti e i morti sui binari.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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