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Belvedere Marittimo, morte in clinica: assolti tre medici

Tre medici della Tricarico – Rosano di Belvedere Marittimo prosciolti dal Gup di Paola dall’accusa di omicidio colposo di una paziente morta in clinica nel 2013.


BELVEDERE MARITTIMO – Tre non luogo a procedere nei confronti di altrettanti medici della clinica Tricarico – Rosano di Belvedere Marittimo.

Lo ha deciso ieri mattina il Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Paola, Rosa Maria Mesiti, in merito a un’indagine scaturita a seguito della morte di una paziente, Raffaella Sergi.

La donna ricordiamo che è deceduta nella clinica di Belvedere tre anni fa. I camici bianchi che erano stati raggiunti da avviso di conclusione di indagine sono i dottori Anna Maria Nocito e Alberto Saporito (entrambi difesi da Alessandro Gaeta) e Giovanni Riccio (difeso dall’avvocato Giuseppe Calderazzo).

Gli eredi della donna deceduta in nosocomio si erano costituti parte civile nel procedimento. Le indagini sono state condotte dall’ex pubblico ministero della Procura di Paola, Linda Gambassi. Dalle accuse ascritte i tre avrebbero in cooperazione e con condotte colpose causato il decesso della donna.

Riccio quale medico dell’ambulanza intervenuta il 16 febbraio 2013 nell’abitazione, mentre Saporito e Nocito in qualità di medici della casa di cura Tricarico che hanno prestato successivamente le cure ospedaliere a Raffaella Sergi.

Per la Procura della Repubblica di Paola il medico Riccio “ometteva di raccogliere la anamnesi farmacologica, di eseguire l’esame obiettivo dell’addome e conseguentemente di procedere all’ospedalizzazione della Sergi”.

Mentre gli altri due camici bianchi, Saporito e Nocito, successivamente “omettevano di eseguire gli esami diagnostici e gli esami assistenziali necessari a pervenire tempestivamente a una diagnosi tra cui esplorazione rettale, esame radiografico dell’addome, richiesta di consulenza chirurgica e neurologica e consequenziali analisi ed esami” e, in poche parole, a predisporre poi le adeguate terapie.

Il Giudice, dopo l’articolata e documentata difesa degli avvocati Gaeta e Calderazzo, ha optato per il non luogo a procedere, assolvendo quindi tutti dalle accuse.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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