GUARDIA PIEMONTESE

Caso Ricco, la procura: “Negligenze nei soccorsi”

Secondo gli inquirenti i tempi alti del soccorso al piccolo Carmine Ricco di Guardia Piemontese furono frutto di negligenze del personale 118. Decisioni sbagliate che sarebbero risultate fatali.


GUARDIA PIEMONTESE – 55 minuti fatali. Il decesso del piccolo Carmine Ricco viene imputato dalla Procura della Repubblica di Paola a una perdita eccessiva di tempo nelle operazioni di soccorso e ad alcune scelte del personale del 118 definite “imprudenti e negligenti”.

Secondo l’assunto del pubblico ministero Anna Chiara Fasano che ha istruito le indagini, il bambino doveva essere condotto al più vicino pronto soccorso. In particolare presso il nosocomio Iannelli di Cetraro in quanto dotato di Chirurgia generale e Rianimazione.

Viene pertanto imputata al medico intervenuto con il 118 l’assenza di un confronto con la centrale operativa del 118 stesso, con la quale era in contatto. Si decideva “in violazione dei protocolli vigenti, di attendere – spiega il PM – ben 55 minuti sul luogo del sinistro ed in pieno centro abitato del comune di Guardia Piemontese, l’intervento primario del personale dell’elisoccorso anziché procedere all’immediata ospedalizzazione del paziente con il più sicuro e corretto trasporto al nosocomio di Cetraro dove avrebbe ricevuto idoneo intervento di stabilizzazione delle condizioni cliniche”.

Sempre al medico la procura contesta inoltre di aver praticato in presenza di una ferita profonda un’inadeguata emostasi per comprimere l’arto attraverso un laccio “inidoneo ed insufficiente anche per erroneo utilizzo al raggiungimento di un livello di compressione adeguato del focolaio emorragico”. Tutto questo è stato attestato dai medici dell’ospedale di Cosenza dove Carmine Ricco è stato poi condotto.

Lo stesso dicasi per l’infermiere che è accusato di “imperizia assistenziale”. L’autista del 118 invece non avrebbe individuato una pista adatta per l’atterraggio dell’elisoccorso. La piazza adiacente la stazione ferroviaria non sarebbe stata idonea secondo il pilota stante la presenza di tralicci. Indicava poi il campo sportivo mentre l’elisoccorso aveva già deciso di atterrare nei pressi del lungomare. Sarebbe stato questo, a dire del pilota, l’unico punto sicuro.

Oltre ai tre sanitari del San Francesco di Paola, nel procedimento in esame c’è anche la baby setter accusata di abbandono di persona minore.

Importante per le indagini sono state le risultanze dell’autopsia effettuata sul corpo del bambino e l’attenta analisi del materiale raccolto dai carabinieri della compagnia di Paola, guidati dal capitano Antonio Villano. La Fasano, dopo mesi di attento lavoro investigativo, è giunta quindi a individuare una serie di responsabilità.

Adesso i legali degli indagati avranno venti giorni per produrre eventuali memorie a discolpa dei loro assistiti. Trascorso questo lasso di tempo il pubblico ministero dovrà decidere se richiedere il rinvio a giudizio o meno per le quattro persone finite nel procedimento.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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