È morto Gianni Mecca, vecchia gloria del calcio paolano. Dopo l’esordio nella Pio XII fu portiere della Paolana e di altre squadre calabresi fino al picco della sua carriera alla Casertana in serie B. “Di Gianni ricorderò il sorriso di un padre e un marito dolce, e lo ricorderà forse così, chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo”.
PAOLA – Si è spento Gianni Mecca. Un campione. I guantoni erano ormai appesi al chiodo, da anni. Ma non i ricordi. Perché le gesta di un portiere che il futuro lo scrive subito, da ragazzino, rimangono indimenticabili.
L’esordio giovanissimo con la Pio XII. Quando il pallone era fatto con pezzi di cuoio cuciti a mano con al suo interno una camera d’aria gonfiabile. E i “bolidi” bruciavano le mani. Si ritrova nelle fila di una squadra che sfornava campioni. Una formazione composta per la maggior parte da figli di ferrovieri. Sono tempi difficili, soldi ne corrono pochi. E loro quanto meno sulle locomotive riescono ad avere il biglietto gratis. Per chi non ha la fortuna di appartenere alla grande famiglia dei macchinisti e dei controllori si fa una colletta. Si compra il biglietto all’amico, al compagno, e si viaggia così, condividendo le ore, tante, sui treni, per raggiungere i campi provinciali e regionali.
Si viaggia in allegria, con quel semplice, antico e profumato gusto di stare insieme. La settimana passa nell’attesa, nella frenesia, della domenica sportiva. Sono i primi passi di una carriera già scritta per molti. La Pio XXII gira ogni angolo della Calabria e del Meridione, raggiungendo per chi non lo ricorda anche una grande finale.
Gianni difende i pali della porta di quella squadra con il nome da Papa, per poi approdare alla prima squadra della sua città: la Paolana. Va poi a Palmi a conquistare la Serie D. Vola poi all’Internapoli in C e alla Casertana in B.
Queste le tappe importanti, solo alcune di un campione tra i pali e nella vita. In chiesa l’ultimo saluto con le sciarpe di Paolana e Palmese accanto, come sarebbe piaciuto a lui. Di Gianni ricorderò il sorriso di un padre e un marito dolce, e lo ricorderà forse così, chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo.
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