AMANTEA

Valle dell’Oliva, indagini chimiche affidate a un perito

Chiarezza sui veleni nella Valle dell’Oliva. La Procura della Repubblica di Paola ha affidato a un proprio consulente l’analisi delle risultanze delle indagini sulle sostanze chimiche. A breve attesa una relazione. Sulla vicenda esistono ora quattro procedimenti giudiziari.


AMANTEA – Le nuove indagini chimiche sui rifiuti rinvenuti nel bacino della Valle dell’Oliva sono state affidate a un consulente della Procura della Repubblica di Paola.

E il perito dovrà a breve relazionare su quanto rinvenuto dagli esami effettuati. È una delle ultime inchieste ambientali del procuratore Bruno Giordano, da pochi giorni capo dei pm di Vibo Valentia. La nuova area posta sotto osservazione vede adesso differenti indagati sotto la lente di ingrandimento della magistratura.

Scavi nell’area del fiume Oliva a caccia di veleni.

Un po’ di storia

Nella valle dell’Oliva sono stati sotterrati negli anni quintali e quintali di rifiuti. Interrati Illegalmente scarti di ferrovia e rifiuti pericolosi, contaminati da metalli pensanti e da idrocarburi. Nell’area è stata accertata anche la contaminazione delle acque sotterranee utilizzate dai contadini per irrigare i campi.

Il costo per le prime operazioni di rimozione, calcolato dall’Ispra (Ministero dell’Ambiente), si aggira attorno ai 21milioni di euro. Una cifra enorme che riguarda soltanto la prima indagine, a carico di cinque persone, sfociata nel procedimento in corte di Assise.

L’ordinanza di bonifica emanata dall’ex sindaco di Amantea, Monica Sabatino, è stata completamente disattesa. Non è dato a sapere chi dovrà procedervi. Gli autori di questo danno enorme all’ambiente costiero e fluviale sono ancora sono senza un volto.

Il capitolo “Coccimiglio+4” si è chiuso infatti in Assise senza un colpevole. Adesso si attendono le motivazioni. La procura di Paola se deciderà di fare appello si “aggrapperà” alla formula dubitativa (ex art 530 primo e secondo comma, ndr) con i quali Cesare Coccimiglio (per il quale erano stati chiesti 16 anni e sei mesi), Vincenzo Launi, Giuseppina Marinaro, Antonio Sicoli e Arcangelo Guzzo (i quattro proprietari terrieri) sono stati giudicati estranei ai fatti contestati.

La Valle dell’Oliva, dove scorre l’omonimo fiume, racchiude nove comuni: Aiello Calabro, Amantea, Cleto, Domanico, Grimaldi, Lago, Malito, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello.

Nel processo in corte di Assise l’interramento illegale è contestato in un’area che interessa i comuni di Amantea, San Pietro di Amantea e Serra d’Aiello, mentre altri siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi sono stati successivamente individuati in un ambito territoriale più ampio lungo il corso del fiume Oliva. E sono relativi all’indagine che vede nuovi indagati, ad oggi tre, in un distinto procedimento.

Un altro capitolo sulla valle dell’Oliva invece è tutt’ora in corso dinanzi al giudice monocratico (a carico dei figli di Cesare Coccimiglio, ndr) e infine l’ultimo che dovrà giungere a discussione dal Gip vede ancora l’imprenditore 85enne di Amantea, Cesare Coccimiglio, accusato di disastro ambientale e furto aggravato. I reati contestati in questo caso sono stati accertati dagli inquirenti nei comuni di Aiello Calabro, Amantea e Belmonte Calabro e sono relativi al 2008. La chiusura è di un mese fa. Dinanzi al Gip il procedimento si aprirà a giugno. Titolare del fascicolo il pm Teresa Grieco.

Nell’ultimo dossier dell’Istituto superiore di sanità (Istisan), relativamente alle zone che da tempo sono indicate come altamente inquinate, viene rilevata la presenza, nel sottosuolo, di rifiuti industriali contenenti composti organo alogenati quali diossine e policlorobifenili (Pcb), diversi metalli pesanti e radionuclidi artificiali fra i quali il cesio 137 in un’area ubicata lungo il corso del fiume Oliva in corrispondenza del confine amministrativo fra i comuni di Amantea, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea.

Un primo studio epidemiologico relativo all’area in esame, effettuato in ambito giudiziario dal dottor Giacomino Brancati, consulente tecnico d’ufficio della Procura della Repubblica di Paola, con riferimento agli anni 1992-2001, ha mostrato eccessi di mortalità per alcuni tumori maligni e malattie cardiovascolari, nonché un eccesso di ricoveri ospedalieri per tumori della tiroide.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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