Espianto di reni al San Carlo di Potenza, salvate due vite

Eseguito un espianto di reni al San Carlo di Potenza da una donna di 74 anni spentasi a causa di una emorragia celebrale. Salveranno la vita di altri due pazienti. Intervento operato da una equipe del policlinico Umberto I di Roma.

POTENZA – I reni di una donna di Matera morta ieri salveranno due vite.

La donatrice, una donna di 74 anni, si è spenta ieri sera a causa di una massiva emorragia cerebrale. Subito dopo l’accertamento della morte i familiari hanno espresso la volontà di donare gli organi.

Nelle ore successive è stato dunque effettuato con successo l’espianto dei reni al San Carlo di Potenza. I due organi saranno trapiantati su altri pazienti a Roma e a Matera. Non è stato purtroppo possibile utilizzare il fegato, potenzialmente disponibile, per la mancanza di riceventi compatibili.

L’espianto è stato eseguito da un’equipe chirurgica del policlinico Umberto I di Roma, supportata dagli anestesisti del San Carlo.

I dettagli dell’espianto di reni al San Carlo di Potenza

“Questa – informa l’ufficio stampa dell’ospedale potentino – la procedura seguita per l’espianto dei reni. Ci sono casi in cui in ospedale giungono pazienti con determinate patologie che possono comportare uno stadio di assenza di attività elettrica cerebrale. Quando quest’ultima circostanza si verifica, l’equipe rianimatoria avverte la direzione sanitaria. Questa istituisce una commissione formata da un rianimatore, un medico legale e un neurologo per l’accertamento della morte cerebrale.

Tutto avviene in sei ore. In questo lasso di tempo vengono fatte delle prove all’inizio e alla fine dell’accertamento. Trascorso questo periodo, il personale cautamente addestrato a questo colloquio, comunica alla famiglia lo stato di morte cerebrale e chiede l’autorizzazione all’espianto.

In caso di consenso accordato, la procedura che si attua è di tenere il paziente in vita con la terapia medica e il supporto rianimatorio e ventilatorio, mantenendo il cuore battente che perfonde gli organi”.