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Fanghi nel depuratore, Perrotta ordina lo smaltimento

Depuratore di Paola sotto osservazione. Fanghi ancora nelle vasche. Il sindaco Perrotta: “Vanno smaltiti urgentemente”.


PAOLA – Una nuova emergenza fanghi della depurazione? Il cambio di gestione nel servizio si porta gli strascichi della poco felice esperienza della Lao pools.

La vecchia società che è stata destinataria di interdizione antimafia della Prefettura è stata coinvolta in diversi procedimenti per gli sversamenti abusivi a mare.  Adesso c’è anche un altro problema. I fanghi. Sono stati lasciati incustoditi in contenitori e vasche senza essere smaltiti. In precedenza sul caso nel maggio 2017 vi era stata una determina comunale con procedure avverso la Lao pools. I fanghi sono custoditi da tempo indefinito all’interno dell’area di depurazione.

I suddetti pertanto vanno smaltiti. Il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, ritiene infatti che le operazioni non sono più procrastinabili per la tutela della salute pubblica. Tutto questo anche per evitare che le avverse condizioni meteo causino improvvisi sversamenti nelle aree circostanti o fuoriuscite dalle vasche o dai cassoni. Ed è accaduto nel passato più volte.

Perrotta ha quindi disposto lo smaltimento urgente degli stessi.

Roberto Perrotta, candidato sindaco di Paola

Ma c’è anche dell’altro. Sono in corso i lavori finanziati dalla regione. E la presenza degli stessi potrebbe inficiare le opere.

Altro finanziamento inoltre il comune lo ha ricevuto recentemente dalla regione per un ammontare di 4milioni e 200mila euro. Un intervento questo che dovrebbe risolvere una volta per tutte le problematiche relative all’impianto che verrà portato a una copertura di 36mila abitanti.

Ieri nel frattempo si è aperto in tribunale il processo per una presunta truffa ai danni della regione a riguardo di alcune progettazioni di potenziamento del depuratore. Imputati il capo settore Graziella Marra e l’ingegnere Josafat Vigliotti. È stato sentito in merito l’ex dirigente dell’Utc Fabio Pavone il quale ha spiegato che “le spese tecniche non sono ammissibili nel finanziamento e che non era possibile dare incarico”. Di altro avviso l’avvocato difensore dei due imputati Piero Perri. Qualcuno del resto doveva pur progettare l’intervento e pagare il progettista.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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