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Corruzione elettorale a Fuscaldo, indagato il vicesindaco

Una sorta di scambio per avere preferenze utili all’elezione. La Procura di Paola ha chiesto il processo per il vicesindaco Paolo Cavaliere e altre cinque persone. Prima udienza dal Gip ad aprile.


FUSCALDO – Voi mi votate e noi poi vi assumiamo. Una sorta di scambio per avere preferenze utili all’elezione. Le indagini, l’accusa principale è corruzione elettorale, che coinvolgono il vicesindaco di Fuscaldo, Paolo Cavaliere, che nell’ultima tornata elettorale del giugno 2016 ha conseguito circa 600 voti, sono chiuse. La Procura di Paola ha chiesto il processo per Cavaliere e altre cinque persone. Il procedimento si aprirà dinanzi al Giudice per le indagini preliminari ad aprile.

L’indagine è stata istruita dal sostituto procuratore Anna Chiara Fasano, oggi trasferita presso la procura di Cava dei Tirreni.

Assieme al numero due dell’esecutivo difeso dagli avvocati Marcello Manna e Brunella Marsala, sono indagati Francesco Caputo gestore della Elog Srl, rappresentato dagli avvocati Giuseppe De Marco e Antonietta Caputo, Pietro Di Ponzio, difeso da Massimo Zicarelli, Vanessa Arcuri, difesa da Zicarelli, Serafino Mollo, difeso da Eugenio Garritano e Francesco Luigi Perrotta, difeso da Pierpaolo Guardia e Maria Luca. Gli ultimi tre avrebbero promesso il loro voto fotografando la scheda elettorale. Avrebbero quindi immortalato la scheda riportante la preferenza  espressa in favore di Paolo Cavaliere fornendo allo stesso quindi una prova di quanto avvenuto nella cabina elettorale.

La vicenda

La vicenda trae origine dalle assunzioni da effettuare presso la Elog Srl società che con la determina del 14 gennaio 2015 si è aggiudicata la gara di appalto relativa al servizio di raccolta di rifiuti solidi urbani.

Paolo Cavaliere nella sua qualità di candidato forte nella competizione avrebbe promesso, secondo le indagini della Procura di Paola, a Pietro Di Ponzio e alla sua compagna Vanessa Arcuri, che accettavano fornendo anche la prova del voto espresso, la cosiddetta utilità consistente nell’assunzione di Di Ponzio a tempo indeterminato presso la Elog. Lo stesso veniva poi effettivamente assunto, anche se a tempo determinato subito dopo le consultazioni.

Stessa pressione sarebbe stata esercitata nei confronti di Serafino Mollo che avrebbe assicurato anche il voto dei propri familiari con l’utilità di avere trasformato il suo contratto di lavoro, ormai scaduto, a tempo indeterminato, verrà poi assunto a tempo determinato dopo le votazioni.

Identico anche il caso di Luigi Francesco Perrotta che assicurava a Cavaliere i voti familiari in cambio dell’assunzione. Anche per lui si procederà con un contratto a tempo determinato.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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