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Tirreno, emergenza campi di calcio

Pochi terreni di gioco disponibili. Il sequestro degli stadi di Acquappesa e Fuscaldo riporta a galla la questione relative alle infrastrutture disponibili. Squadre sempre con la valigia pronta


TIRRENO – C’era una volta la domenica del pallone. Incontri di calcio rimandati, la scorsa settimana, per quelle che può definirsi una vera e propria emergenza stadi sul Tirreno cosentino. Sette terreni di gioco sono interdetti. Società e squadre con lo zaino in spalla alla ricerca di un campo regolamentare dove disputare le partite di calcio. Una situazione allarmante che sta compromettendo i risultati e le prestazioni delle varie formazioni. E gli allenamenti? In strada o in riva al mare. Tutto va bene all’occorrenza.

Sul Tirreno la situazione a riguardo degli impianti è disastrosa. Sono out sul litorale gli stadi di Fiumefreddo Bruzio, San Lucido, Fuscaldo, Acquappesa, Cetraro, Diamante e Praia a Mare. Interessati da vicende diverse. Se si fa eccezione di Diamante e Praia dove sono in corso i lavori per la riconsegna delle strutture, ci si augura a breve, le altre chiusure hanno comportato, tra l’altro, anche grane per gli amministratori. Cetraro è un caso a se. L’ormai ex stadio “Fulvio Maritato” è interdetto da sette anni. Il motivo? Il mare entrava quasi dentro. Mancava quindi la sicurezza. E i lavori? Dopo sette campionati passati a chiedere ospitalità altrove ancora non hanno avuto inizio. Lo stadio sarà rifatto nel medesimo punto, ma ancor prima dovranno essere eseguite quelle opere di protezione del litorale. Senza le barriere niente stadio.

Medesimo problema per Acquappesa. Però in questo caso il “Marco Gramigna” è stato sequestrato dai Carabinieri della stazione di Guardia su disposizione della Procura di Paola. E due persone sono indagate nel procedimento.

Lo “stadio” di Cetraro

Sono saltate di conseguenza le gare non solo dell’Acquappesa ma anche del Cetraro e del Fuscaldo, tutte in programma tra ieri e oggi, a causa dell’apposizione dei sigilli che interdicono la struttura.

Tre squadre che adesso dovranno scovare un nuovo impianto per il finale di campionato.

A Fuscaldo il problema sicurezza è relativo alle tribune. Anche in questo caso è in corso un’indagine della magistratura. L’amministrazione ha fatto richiesta al pubblico ministero da diversi mesi per poter effettuare quelle opere necessario a rimetterlo in sesto. Niente da fare. Almeno per il momento è tutto fermo. Nessuna autorizzazione.

Ma andiamo a San Lucido. Il “Pasquale Provenzano” manca da quasi un anno. Il motivo? L’azienda sanitaria provinciale ne avrebbe chiesto la chiusura per le condizioni, non delle migliori, dei bagni e degli spogliatoi.

C’è poi Fiumefreddo Bruzio. Qua lo stadio è chiuso dalla bellezza di 20 anni. Iniziative per riaprirlo? In tutti questi anni soltanto proclami politici. Nient’altro. Gli appelli dell’opposizione e dell’ex dirigente Franco Bruno, in un recente passato, non sono stato affatto ascoltati.

E infine rimane “osservato speciale” il Tarsitano di Paola.

Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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