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Torturato e umiliato: nessuno ha mosso un dito

Arrestati due uomini dai carabinieri: hanno sequestrato, torturato ed umiliato un giovane di 23 anni in pieno centro a Marcellina.


SANTA MARIA DEL CEDRO – Nessuno ha mosso un dito in piazza Agorà a Marcellina e sulla spiaggia di Santa Maria del Cedro mentre due balordi umiliavano un 23enne del posto: lo hanno costretto a “fare il cane”, aizzandolo contro i passanti.

Nessuno è intervenuto nonostante siano state molte le persone che hanno assistito.

I due aggressori sono stati arrestati ieri dai carabinieri e posti ai domiciliari dall’autorità giudiziaria che sarà chiamata ad esprimersi sui fatti, ma già da ora l’intera comunità di Santa Maria del Cedro è invitata a riflettere su quanto accaduto.

Com’è possibile che tanta violenza sia stata perpetrata sotto gli occhi di cittadini che nella maggior parte dei casi hanno preferito voltarsi dall’altra parte e nel peggiore dei casi ridere di quanto avveniva?

Piazza Agorà di Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro, teatro principale delle angherie.

“Abbaia come un cane”

Questi i fatti per come appresi dalle forze dell’ordine.

Il giovane si sta recando in chiesa quando alle sue spalle arriva una macchina. Uno dei due scende dall’auto e lo costringe a salire. Iniziano a picchiarlo, e continuano per tutto il tragitto fino in spiaggia, lo fanno scendere dall’auto, lo buttano sulla sabbia e lo fanno sdraiare con le ginocchia strette sul petto, mentre continuano a pestarlo.

Poi lo ricaricano in macchina. Ritornano a Marcellina. Lo fanno scendere ancora una volta e lo costringono a passeggiare al guinzaglio come un cane, con una cinghia legata al collo, costretto nella posizione “a quattro zampe”, obbligandolo ad abbaiare al passaggio di ogni persona.

Non contenti, lo rimettono in macchina, chiuso nel cofano, lo portano in piazza Agorà e lo legano ad un palo, e gli chiedono insistentemente di abbaiare.

Lo hanno deriso. Si sono divertirti nel vederlo “ubbidire”. Lo hanno maltrattato ed umiliato come non si fa nemmeno con gli animali, meritevoli di considerazione e rispetto più di “uomini” come loro. Finalmente decidono che “può bastare”, lo ributtano in auto e lo portano sotto casa sua. Lo minacciano. “Se dici qualcosa ai carabinieri avrai il resto”.

Il protagonista di questa orribile vicenda è un giovane di Marcellina. Un ragazzo con una timidezza tale da dare l’impressione di essere un disagiato. E invece si tratta di una persona con la testa sulle spalle, tanto responsabile da darsi da fare per aiutare la sua numerosa famiglia, svolgendo lavori umili e occasionali.

I suoi aguzzini, da ieri mattina, sabato 14 aprile, sono agli arresti domiciliari con l’accusa di sequestro di persona e lesioni personali. Sono due persone di Marcellina, due cugini, uno di 45 anni e l’altro ventiseienne. Secondo gli inquirenti non si è trattato di una bravata, ma di un gesto di punizione, di vendetta, una “lezione”.

La caserma dei carabinieri di Santa Maria del Cedro

Le indagini

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione di Santa Maria del Cedro guidati dal comandante Giovanni Console. Il lavoro delle forze dell’ordine non è stato semplice perché inizialmente il ragazzo, sotto minaccia, ha tenuto per se l’accaduto.

Il fatto non poteva restare impunito. Qualcuno per fortuna ha iniziato a parlare, i carabinieri hanno avviato le indagini. È venuto fuori anche un video di cui le forze dell’ordine sono in possesso.

Le immagini sono crudeli, si vede il ragazzo che viene costretto a compiere gesti e azioni come un cane. “Abbaia, ti ho detto. Fa sentire (riferito ai passanti, ndr) come sai abbaiare”.

Il ragazzo si è chiuso in casa e ha vissuto nel terrore. Dopo qualche giorno ha trovato la forza di denunciare. Si è rivolto ai carabinieri di Santa Maria del Cedro e ha raccontato la sua terribile esperienza. Aveva paura di ritorsioni, ma alla fine ha avuto coraggio e ha tirato fuori questa storia.

Da indiscrezioni, non confermate dall’Arma, trapela che il ragazzo sarebbe stato punito perché giorni prima della sua tortura avrebbe dato fuoco ad una pedana di mattonelle creando un danno all’attività commerciale di materiale edile di uno dei due soggetti che poi si sarebbero quindi “fatta giustizia” da soli.

Ma, come dicevamo, i carabinieri non hanno dato conferma anche perché non risultano denunce di questo episodio. Qualora fosse accertato, farebbe scattare per i due anche l’accusa per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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