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Agricoltura: “Italia fanalino di coda per ambizione ambientale”

Scontente le associazioni della coalizione Cambiamo agricoltura sulla riforma della Politica agricola comune in discussione a Bruxelles.


ROMA – Le associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura si dicono scontente del ruolo che l’Italia sta recitando in Europa in merito alla riforma della Politica ambientale comunitaria.

Una posizione espressa dopo che ieri, a Bruxelles, si è svolto il Consiglio europeo agricoltura. Nella prima seduta del semestre finlandese dell’Unione si è tornato a discutere degli strumenti che la futura Pac dovrà mettere in campo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità climatica e per la conservazione della biodiversità, ribaditi anche dal recente voto dei Capi di Stato dei Paesi membri.

“Ancora una volta, purtroppo – spiegano da #CambiamoAgricoltura –, l’Italia si è dimostrata tra gli Stati meno progressisti in campo ambientale, chiedendo un indebolimento della condizionalità, l’esenzione dagli impegni ambientali per le piccole aziende agricole e la volontarietà degli eco-schemi nel primo pilastro per gli Stati membri”.

La coalizione – lo ricordiamo – riunisce Wwf, Lipu, Legambiente, Fai, ProNatura, Federbio, Aiab, Isde ed è sostenuta da oltre altre 40 sigle della società civile italiana.

“Non capiamo davvero le affermazioni del ministro Centinaio – continuano –.

Le nuove regole per la Pac post 2020 proposte dalla Commissione UE non introducono in realtà nuovi oneri e impegni ambientali, ma sostituiscono quelli attuali introdotti con il Greening, più volte criticato dagli stessi agricoltori e che si è rivelato inefficace nel perseguire obiettivi concreti a tutela del clima e della biodiversità.

Denunciamo il rischio che i nuovi Regolamenti della Pac siano indeboliti dai ministri dell’Agricoltura riuniti nel Consiglio UE Agri-Fish, con le modifiche proposte per la condizionalità e gli eco-schemi con ridotti impegni ambientali, creando così i presupposti per l’ennesimo fallimento, come già accaduto per il Greening nell’attuale programmazione della Pac 2014 – 2020.

I sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, dalla grande siccità alle piogge torrenziali, non sono altro che la conseguenza sul clima dei nostri comportamenti sbagliati – concludono le associazioni di #CambiamoAgricoltura –.

Speriamo per questo che il nostro Governo e tutte le associazioni agricole si rendano conto che gli impegni ambientali della Pac a tutela del clima e della biodiversità sono prima di tutto una assicurazione a tutela del reddito degli agricoltori stessi e una garanzia per la sicurezza alimentare di tutti i cittadini”.

Redazione

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