È sempre più utilizzata in cucina per il suo sapore unico. L’imprenditore Caccamo: “Produzione e diffusione nel mondo in crescita”.
SPILINGA – Che cos’è la ‘nduja? Cosa contiene la ‘nduja? Come si mangia la ‘nduja?
Sono solo alcune domande che ormai da qualche anno si pongono appassionati di gastronomia e di turismo in Calabria. Un prodotto tipico, la ‘nduja calabrese che con il suo sapore sta lentamente conquistando il mercato nazionale e mondiale.
Proviamo allora a fornire ai nostri lettori qualche risposta ai principali e più diffusi questi attorno alla ‘nduja calabrese oltre a proporre un prezioso contributo video con informazioni e indicazioni da chi su questo insaccato ha deciso di scommettere a livello imprenditoriale.
La ‘nduja calabrese è un insaccato piccante, di consistenza morbida. I suoi ingredienti e la particolare lavorazione imprimono infatti a questo prodotto Made in Calabria caratteristiche tali da poterla definire un “salame spalmabile”.
Il suo nome deriva dal francese andouille, termine generico in uso sin dal Medioevo per indicare prodotti di salumeria composti per lo più con trippa di maiale e frutto di antiche tradizioni locali.
È prodotta prevalentemente a Spilinga, comune di circa 1500 abitanti in provincia di Vibo Valentia, oltre che nel comprensorio del Monte Poro e nel Vibonese in generale oltre che in altre zone della Calabria.
La ‘nduja calabrese presenta affinità anche con un altro prodotto italiano: il piemontese salam dla doja o, in italiano, salame della duia.
Laddove la “doja” è un boccale di terracotta all’interno del quale questo insaccato viene immerso nello strutto fuso e lasciato a maturare. È tipico del territorio di Novara, Biella e Vercelli.
A differenza della ‘nduja, contiene carni suine di prima scelta come il culatello o la coscia e altre e – cosa di non poco contro – non è piccante.
Questo insaccato piccante, che sempre più spopola sulle tavole degli appassionati di cucina tipica e non solo, proposto in tanti modi (vedi dopo, ndr) costituisce sempre di più un interessante caso commerciale.
“La nostra azienda è pronta a produrre il 50% in più di ‘nduja rispetto all’anno scorso”, ha detto Luigi Caccamo, noto imprenditore e produttore di ‘nduja del Vibonese, ai microfoni dei colleghi di CalNews.
Prodotta inizialmente per il consumo da parte dei calabresi si sta ora diffondendo in Italia e nel mondo tramite l’esportazione. Soprattutto in paesi come Inghilterra o Germania e fino in Canada e Giappone.
Lardello, guanciale e pancetta. Come ha egregiamente spiegato l’imprenditore Luigi Caccamo, tutto quanto è parte grassa del maiale finisce nella ‘nduja calabrese. Il tutto, ovviamente, con l’aggiunta di sale e polvere di peperoncino piccante calabrese.
Molti puristi ne sono convinti: la ‘nduja calabrese è ottima da consumare senza niente altro, godendo semplicemente nel masticare una sua fettina. Al massimo – sostengono gli stessi –, può essere spalmata su una fetta di pane abbrustolita per ottenere un ottimo antipasto.
In realtà la varietà di modi di utilizzarla in cucina è consistente. La ‘nduja, ad esempio, trova molto spazio nei primi piatti. Sia come elemento caratterizzante che come ingrediente secondario utilizzato per aggiungere una nota di sapore deciso.
Ma il campo nel quale pare si stia incrementando notevolmente il suo impiego è nella pizza.
In un verso o nell’altro, la ‘nduja calabrese attira sempre di più l’attenzione dei grandi chef.
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