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Lavoro: approvato Piano nazionale contro sfruttamento e caporalato in agricoltura

Nel pianto triennale 4 assi strategici: prevenzione, vigilanza e contrasto, protezione e assistenza, reintegrazione socio-lavorativa, e 10 azioni prioritarie.


ROMA – Soprattutto prevenzione, più vigilanza e contrasto, uniti a protezione, assistenza e reinserimento socio-lavorativo per le vittime.

È quanto prevede il primo Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022), approvato stamani a Roma presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

In apertura del tavolo, la titolare del dicastero, Nunzia Catalfo, ha ringraziato i presenti – in particolare, i ministri Bellanova e Provenzano – per lo straordinario impegno dimostrato da ciascuna amministrazione nell’affrontare il tema con un approccio operativo davvero condiviso e di cui essere fieri.

“La collaborazione di tutti, a ogni livello – ha messo in rilievo Catalfo – non era affatto un risultato scontato”.

Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali

Proseguendo sull’approvazione del Piano triennale, ha illustrato quanto esso “abbracci ogni aspetto del problema, definendo un articolato modello di governance che passa appunto dal tavolo”.

Il Piano è il frutto della collaborazione di tutte le Istituzioni impegnate a livello centrale, regionale e locale contro lo sfruttamento e il caporalato, riunite nel tavolo presieduto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e aperto anche ad associazioni di categoria, sindacati e Terzo settore.

Il tavolo, inoltre, è supportato dall’International labour organization nell’ambito di un programma di sostegno alle riforme strutturali (Srsp) finanziato dalla Commissione Europea.

Partendo da una mappatura dei territori e dei fabbisogni di manodopera agricola, il Piano affianca interventi emergenziali e interventi di sistema o di lungo periodo, seguendo 4 assi strategici: prevenzione, vigilanza e contrasto, protezione e assistenza, reintegrazione socio-lavorativa.

Proprio questi assi, saranno declinati in 10 azioni, considerate prioritarie:

1. Un sistema informativo con calendario delle colture, dei fabbisogni di manodopera e altri dati e informazioni sviluppato e utilizzato per la pianificazione, gestione e monitoraggio del mercato del lavoro agricolo.

2. Gli interventi strutturali, investimenti in innovazione e valorizzazione dei prodotti migliorano il funzionamento e l’efficienza del mercato dei prodotti agricoli.

3. Il rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità, l’espansione del numero delle imprese aderenti  e l’introduzione di misure per la certificazione dei prodotti migliorano la trasparenza e le condizioni di lavoro del mercato del lavoro agricolo.

4. La pianificazione dei flussi di manodopera e il miglioramento dell’efficacia e della gamma dei servizi per l’incontro tra la domanda e l’offerta (Cpi) di lavoro agricolo prevengono il ricorso al caporalato e ad altre forme d’intermediazione illecita.

5. Pianificazione e attuazione di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo in alternativa a insediamenti spontanei e altri alloggi degradanti.

6. Pianificazione e attuazione di soluzioni di trasporto per migliorare l’offerta di servizi adeguati ai bisogni dei lavoratori agricoli.

7. Campagna di comunicazione istituzionale e sociale per la prevenzione e sensibilizzazione sullo sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso.

8. Rafforzamento delle attività di vigilanza e contrasto allo sfruttamento lavorativo.

9. Pianificazione e attuazione di un sistema di servizi integrati (referral) per la protezione e prima assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura e rafforzamento degli interventi per la loro reintegrazione socio-lavorativa.

10.  Realizzazione di un sistema nazionale per il reinserimento socio-lavorativo delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura.

Sarà la direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali a curare la segreteria del Tavolo.

Proprio la medesima direzione generale ha già impegnato 88 milioni di euro (su fondi FNPM, FAMI, FSE – PON Inclusione) in interventi contro lo sfruttamento lavorativo.

Redazione

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