Operazione della procura di Catanzaro con guardia costiera e carabinieri. 67 indagati per reati su suolo demaniale.
Oggi a Stalettì guardia costiera e carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura nei confronti di 67 indagati, ritenuti responsabili dei reati di impedimento dell’uso pubblico di spazio demaniale e invasione di terreni pubblici.
In azione personale della Guardia Costiera dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato e della Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Catanzaro, con il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Soverato.
Le indagini da cui è scaturito il citato provvedimento sono state dirette dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Giancarlo Novelli e dai sostituti Graziella Viscomi e Stefania Paparazzo.
Oggetto degli accertamenti svolti è un “ecomostro diffuso” e “complesso residenziale di fatto” sul medesimo suolo demaniale ed un parcheggio, tutto sottoposto a vincolo paesaggistico, nonostante alcune sollecitazioni extrapenali e penali meno invasive già formulate in sede giudiziaria in occasione di specifici contenziosi.
L’area interessata dall’occupazione degli immobili è sita nel territorio di Stalettì, contrada Panaja-Caminia, in una fascia di terra compresa tra la spiaggia e la sede della linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria per una estensione complessiva di circa 5.700 metri quadrati.
Un’area che in passato era stata di proprietà del Comune di Stalettì, ma che nel 1876 era divenuta proprietà demaniale a seguito di un provvedimento di esproprio da parte dell’allora Società delle Strade Ferrate per il Mediterraneo che aveva acquisito tutta quella fascia a ridosso del mare necessaria per la realizzazione dell’attuale linea ferroviaria.
A partire, soprattutto, dalla fine degli Anni ’60 la detta superficie demaniale, complice la particolare bellezza del luogo e la sua vocazione turistica, è stata interessata dalla costruzione di 61 manufatti abitativi, di varie dimensioni, adibiti a civili abitazioni soprattutto destinate a seconde case per la villeggiatura estiva.
Come hanno riscontrato gli accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, tali costruzioni sono state realizzate da parte di privati cittadini che non hanno mai posseduto alcun titolo concessorio, né tantomeno autorizzazioni edilizie.
Peraltro, nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico Regionale è emerso che l’area è caratterizzata da livelli di rischi e pericoli connessi all’erosione costiera, frana e alluvione-inondazione.
Accertata la natura demaniale del terreno interessato, in ultimo ribadita da una sentenza del 2016 della Corte di Cassazione legata al contenzioso che ha interessato alcuni indagati, è stato pertanto necessario procedere al sequestro di tutti i 61 edifici al fine di bloccare il protrarsi del reato di impedimento dell’uso pubblico di spazio demaniale previsto dall’art. 1161 del codice di navigazione.
Gli edifici interessati dal provvedimento dopo il sequestro verranno affidati in custodia all’Ufficio Demaniale competente. Le abitazioni dovranno essere sgomberate dai rispettivi proprietari entro 90 giorni.
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