LAURIA

Fabio Limongi, lo straziante addio del Soccorso alpino

“Pregavamo di trovarti vivo, ma ti abbiamo trovato accoccolato e abbracciato a quella neve che tanto amavi”.


La morte di Fabio Limongi, 49 anni di Lauria, maestro di sci, esperto scalatore ed escursionista montano, amante della montagna a 360 gradi, ha lasciato un profondo segno.

E ciò, tanto nella sua comunità di origine quanto in quelle limitrofe. Molte infatti le persone del Lagonegrese e dell’Alto Tirreno cosentino che con lui, e grazie a lui, avevano imparato ad amare il Sirino. E non solo.

Ieri, però, il fato ha interrotto il suo percorso, proprio in quei luoghi che tanto amava.

Tra le tante testimonianze di cordoglio, straziante quella del Soccorso alpino e speleologico della Basilicata, di cui Fabio era parte importante.

Eccola.

“Normalmente dopo un intervento di soccorso, a maggior ragione se tecnico e impegnativo come quello di ieri, di solito vi aggiorniamo raccontandovi come è andata, cosa abbiamo fatto.

Oggi, però, non lo facciamo perché ieri sera è successo quello che speri non accada mai: ricevere una chiamata per aiutare un amico, Fabio Limongi.

È stata dura mantenere la lucidità mentre salivamo i pendii innevati della ‘tua’ montagna.

Da un lato ci chiedevamo come fosse possibile che proprio lei ti avesse tradito, che uno sciatore tanto esperto avrebbe potuto trovarsi in difficoltà.

Dall’altro pregavamo di trovarti vivo, certamente ‘ammaccato’, ma vivo.

Le nostre speranze però si rotte quando ti abbiamo raggiunto, quando ti abbiamo trovato accoccolato e abbracciato a quella neve che tanto amavi.

Buona parte di noi è entrata nel soccorso grazie a te, l’altra metà ha condiviso con te 20 anni di notti insonni, soccorsi difficili, ricerche complesse e anche un po’ di scontri.

Come puoi immaginare c’eravamo tutti. Ti abbiamo accompagnato in questa ultima discesa da spalla a spalla, da braccio a braccio ricordando le ultime salite con le pelli su Monte Papa o qualche soccorso fatto insieme come l’ultimo di Monte Alpi, dove con grande generosità sei stato tra quelli che hanno ‘battuto traccia’ tutta la notte per provare in tutti i modi a raggiungere i due alpinisti bloccati in parte.

Un vecchio canto degli alpini recita:

Dio del cielo, Signore delle cime,
un nostro amico hai chiesto alla montagna,
ma ti preghiamo, ma ti preghiamo,
su nel Paradiso, su nel Paradiso,
lascialo andare per le tue montagne.

Ti lasciamo così, sapendo che anche lì saprai trovare montagne da scalare.

Ciao Fabio“.

Redazione

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