Soprattutto se i cittadini insistono in comportamenti irresponsabili, dice il sindaco Silvestri. “Qui ci si salva solo non prendendolo”.
A Verbicaro ci sono 31 persone attualmente positive al Covid-19 e altre 26 sono in quarantena cautelativa, molti in attesa di capire se sono stati contagiati.
Numeri allarmanti, per un comune di poco più di 3 mila abitanti. E ne è convinto anche il sindaco, Francesco Silvestri.
A preoccupare non sono tanto questi numeri, ma quelli che potrebbero essere da qui a qualche giorno. Per gli esiti attesi sui contatti stretti, certo, ma soprattutto per via dei comportamenti dei cittadini.
Questa mattina, infatti, il primo cittadino ci ha detto: “Stiamo combattendo da un anno e mezzo a mani nude contro il Coronavirus, con carenze di personale, mezzi e risorse.
Eppure – ha aggiunto -, tutto potrebbe essere vanificato dai comportamenti troppo superficiali delle persone che continuano a creare assembramenti, approfittando evidentemente dell’impossibilità di controllare.
Se i contagi dovessero aumentate potremmo finire in Zona Rossa. È una ipotesi assolutamente da non escludere”.
Nel piccolo centro montano del Tirreno cosentino, questo anno e mezzo di pandemia è stato scandito dalle ordinanze emanate per contrastare l’aumento dei contagi.
Anche oggi, il sindaco parla di “tutto chiuso”, ricordando come a Verbicaro siano inibiti alla frequentazione luoghi come le scuole, i parchetti pubblici o il centro anziani, che non ha mai riaperto in 14 mesi.
Ma, quando il sindaco di Verbicaro parla di “carenze”, cosa intende?
“Abbiamo 2 vigili – ci dice – e i carabinieri della locale stazione non possono dedicarsi 24 ore su 24 a verificare i comportamenti delle persone. Per cui, il controllo è molto labile.
Nei mesi passati, ad esempio, tra gli altri abbiamo multato i responsabili di una festa privata con conseguenti assembramenti. Il risultato è stato che abbiamo dovuto raccogliere in municipio le loro lamentele”.
Secondo il sindaco, questi atteggiamenti sono anche influenzati dalle informazioni “fuorvianti” che arrivano dai media, soprattutto quando si parla di riaperture.
E, poi, da come vengono interpretate, filtrate dalla voglia di ricominciare delle persone.
Ma c’è dell’altro. “Un altro grave problema che abbiamo potuto appurare – spiega il primo cittadino di Verbicaro – è l’atteggiamento omertoso dei cittadini coinvolti da casi di contagio.
Non sempre comunicano all’Asp tutti i contatti stretti avuti. Capirete che in questo modo prevenire l’aumento dei casi è un compito troppo difficile”.
Tornando alle carenze del sistema di controllo: “Noi – prosegue Silvestri – abbiamo sempre collaborato coscienziosamente con l’Asp di Cosenza.
Ma, solo per dare il senso del disagio che si vive, di recente siamo stati costretti a trasportare su a Verbicaro i medici per assistere i nostri concittadini impossibilitati a muoversi.
All’Asp sono rimasti senza veicolo e allora abbiamo utilizzato un’automobile del comune e un nostro operaio per andare a prendere i medici a Scalea, sottoponendo il nostro dipendente a un ulteriore rischio”.
Allo stato attuale, risolvere il problema della mentalità di tutti nel porsi di fronte a questa lunga emergenza, sembra impossibile. Così come uscire dallo stato di carenza nei servizi.
“Ho avanzato tempo fa la proposta di utilizzare le risorse destinate alla lotta della pandemia per potenziare, ad esempio, personale e mezzi degli uffici di polizia municipale o dell’Asp territoriale.
Ma poi – aggiunge Francesco Silvestri – vediamo tutti come stanno le cose. Il responsabile zonale dell’azienda sanitaria ha lamentato talmente tanto il fatto di essere da solo che ha finito per andarsene”.
In definitiva, le parole del primo cittadino di Verbicaro sono un monito così sintetizzabile. “Qui, dal Covid ci salva solo facendo di tutto per non prenderlo“.
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