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Caldo record: “In Calabria frutta e ortaggi lessati nei campi”

Coldiretti lancia l’allarme. A forte rischio molte colture, ma ne risentono anche gli animali negli allevamenti.


Coldiretti lancia l’allarme per le alte temperature provocate dai cambiamenti climatici.

“L’afa, la prolungata mancanza di pioggia, le ondate di calore, stanno seccando la terra e letteralmente lessando la frutta e la verdura nei campi.

In particolare meloni e angurie, peperoni e pomodori, ma anche scottando agrumi , clementine precoci e bergamotto.

Si sta verificando, inoltre, un’abbondante cascola di olive e di agrumi oltre a stress per gli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte”.

Questo quanto dichiara il direttore di Coldiretti Calabria Francesco Cosentini, a seguito del monitoraggio sugli effetti dell’ondata di calore che ha investito la Calabria con temperature estreme oltre i 40 gradi e la grave siccità che sta contribuendo a causare frequenti incendi su tutto il territorio.

“Chiediamo alla Regione – ha detto – di iniziare a verificare se ricorrono le condizioni per la dichiarazione della calamità, in particolare in alcune aree.

L’allarme siccità scatta in un 2021 che si sta classificando ai primi posti tra i più caldi mai registrati nel pianeta.

La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura con danni stimati in media, dalla Coldiretti Calabria, in oltre 20 milioni di euro l’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti.

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è necessario – aggiunge – ampliare le superfici irrigue con interventi strutturali resi ormai necessari dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di totale assenza di acqua.

Coldiretti è impegnata a sostenere, insieme ai Consorzi di Bonifica, progetti di ammodernamento delle reti irrigue e la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da realizzare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali.

L’idea è di costruire possibilmente senza uso di cemento, per ridurre l’impatto l’ambientale, laghetti in equilibrio con i territori, che conservino l’acqua per redistribuirla in modo razionale ai cittadini e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

Redazione

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