L’assessore lucano Donatella Merra: “Sentenza non ci spaventa, restiamo compatti”. De Lorenzo (FdI Cosenza): “Usciamo da questa Europa”.
Il Consiglio di Stato con due sentenze ha recentemente stabilito che dal 2024 le concessioni demaniali marittime saranno assegnate con gara.
Motivazione: in questo modo la Pubblica amministrazione avrà il tempo necessario a stabilire gli iter burocratici per indire le gare stesse e Governo e Parlamento di dotare il settore di una normativa conforme all’ordinamento dell’Unione Europea per il rilascio delle concessioni.
Quelle attuali saranno valide fino al 31 dicembre 2023 e, dal giorno dopo, non ci saranno più possibilità di proroghe e il settore sarà aperto alle regole della concorrenza.
In precedenza, il Governo Conte aveva disposto una proroga delle concessioni fino al 2034, con buona pace per gli operatori del settore che contavano su questo lasso di tempo per programmare l’attività economica ma anche per sperare che nel frattempo il sistema dei rinnovi potesse essere preservato per via legislativa.
Di certo – è stato chiarito – gli attuali concessionari potranno partecipare alle gare per dare continuità alla propria impresa, ma il meccanismo delle gare è sempre stato visto dal comparto come una spada di Damocle pendente sulle loro teste.
Alle sentenze del Consiglio di Stato sono seguite reazioni di tono negativo da parte di esponenti politici e sindacati di categoria. Il portale Mondobalneare.it ne ha raccolte molte in questo articolo.
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Come è facilmente intuibile, la questione non ha lasciato indifferenti i tantissimi imprenditori balneari di territori come il Tirreno cosentino, La Riviera dei Cedri o il Tirreno lucano – ricadenti nel bacino d’utenza di questo sito – nei quali l’impresa balneare, fatta di stabilimenti, lidi e rimessaggi, è molto diffusa e rappresenta un indotto economico molto importante.
Una prima esternazione è risuonata dalla Regione Basilicata. In merito ha così commentato l’assessore regionale a Infrastrutture e Trasporti, Donatella Merra: “La sentenza di ieri del Consiglio di Stato non ci spaventa e sicuramente non ci coglie impreparati. Restiamo compatti con il settore e nel mese di dicembre presenteremo alle associazioni di categoria il lavoro che stiamo portando avanti”.
Il riferimento è al tavolo interdipartimentale istituito ad agosto scorso, su sua iniziativa, per intervenire sulla normativa regionale, sulla pianificazione di settore e quindi sulla complessa materia delle estensioni.
Sul versante Riviera dei Cedri arriva il commento di Antonino De Lorenzo, imprenditore balneare di Praia a Mare iscritto a Fiba Confesercenti e vicecommissario di Fratelli d’Italia provincia di Cosenza.
“Quanto deciso dal Consiglio di Stato – ha detto – significa andare contro i principi dello Stato italiano e contro la tipicità che contraddistingue le spiagge, in Italia: ovvero la presenza dell’impresa balneare.
Le aste taglieranno fuori le piccole imprese che a livello famigliare hanno condotto i lidi per decenni e favoriranno le multinazionali. Anche la criminalità organizzata cercherà il modo di entrare in questo business, con le attività su spiaggia che saranno utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco.
Dopo i colpi inferti a settori italiani come agricoltura, pesca e alimentare, ora si colpiscono le spiagge. Chiediamoci allora se non sia il caso di uscire dall’Europa. Non per sovranismo, ma per buon senso. Quello che è mancato in tutti questi anni in cui è mancata una concertazione tra le parti e la condivisione di un obbiettivo”.
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